Si cura attraverso trattamenti farmacologici e non, ma serve anche la rabilitazione e attività fisica
Oggi, 12 maggio, si celebra la Giornata Mondiale della Fibromialgia, una patologia spesso invisibile o poco conosciuta, eppure non così rara.
Si tratta di una sindrome cronica che si manifesta con dolori osteo-articolari diffusi spesso associati a disturbi del sonno e stanchezza persistente, ma anche alla sindrome del colon irritabile, all’ansia, depressione, emicrania e a disturbi cognitivi. È una patologia che determina spesso un impatto rilevante sulla qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti.
La sua diagnosi spesso è difficile: trascorrono in media più di 2 anni prima della diagnosi dopo aver escluso altre patologie.
Il Medico di Medicina Generale formula la diagnosi e, sulla base di specifici criteri, imposta il trattamento non farmacologico e farmacologico e ne monitora gli esiti, mentre il reumatologo è lo specialista di riferimento nei casi più complessi.
La terapia non è esclusivamente farmacologica ma prevede anche una riabilitazione ed una attività fisica aerobica costante.