Per anni è rimasta lì, silenziosa, con le sue linee Liberty che spuntavano tra gli alberi di via Caviglietto. Una villa elegante e un po’ malinconica, appartenuta alla famiglia della dottoressa Gioconda Caviglietto – giovane medico leinicese scomparsa prematuramente – e donata alla comunità come gesto d’amore. Oggi, dopo un attento restauro, Villa Caviglietto a Leinì è tornata a vivere, e lo fa con un nuovo ruolo sociale: diventare un presidio di accoglienza e dignità per chi ha più bisogno.
Lo scorso 2 dicembre, la città ha assistito alla riapertura ufficiale dell’edificio, trasformato nel nuovo Centro Servizi per il Contrasto alla Povertà – Stazione di Posta, uno dei progetti più significativi dell’Unione NET e della Cooperativa Animazione Valdocco, realizzato grazie ai fondi del PNRR – Missione 5 Inclusione e Coesione. Un intervento che restituisce valore al territorio e che oggi rappresenta uno dei punti di riferimento più innovativi del Canavese per il contrasto alla marginalità sociale.
Dentro le sue stanze ristrutturate sorgerà un vero hub sociale di prossimità: un luogo dove chi attraversa un momento difficile possa trovare ascolto, orientamento, servizi e strumenti concreti per ripartire.
C’è l’infosegreteria, primo approdo per una parola gentile o un aiuto nella burocrazia; ci sono gli spazi di P.Inco – Pensiero & INCOntro, dedicati all’educazione finanziaria, all’alfabetizzazione digitale e all’orientamento al lavoro; e poi RE-PLAY, la sala modulare dove prendono vita laboratori pratici di cucito, falegnameria, manutenzioni di base e piccole produzioni artigianali: un’officina di competenze preziose e opportunità di autonomia.
Il cuore simbolico del progetto è la Stazione di Posta, un servizio innovativo previsto dal PNRR e pensato per offrire un indirizzo postale sicuro a chi non ha una casa o vive in condizioni abitative precarie. Le cassette – già attive non solo a Leinì ma anche a Settimo Torinese, San Benigno Canavese e Volpiano – rappresentano un punto stabile per oltre 80 persone, garantendo recapito postale, orientamento immediato e collegamento con dormitori, mense e servizi essenziali.
Il progetto si fonda su un approccio comunitario: Villa Caviglietto lavorerà in sinergia con Asl, Centri per l’Impiego, associazioni, volontariato e servizi territoriali, rafforzando una rete sociale ampia e attiva.
«Un luogo aperto e generativo, capace di trasformare la vulnerabilità in risorsa» ha commentato Claudio Gambino, presidente dell’Unione NET.
Per il sindaco Luca Torella, la rinascita della villa è «un passo importante per costruire risposte concrete alle fragilità economiche e abitative, unendo pubblico, privato e volontariato».
Secondo Barbara Canalis, responsabile dei servizi territoriali della Cooperativa Valdocco, Villa Caviglietto «sarà uno spazio di ascolto non giudicante e un punto di accompagnamento qualificato».
Il presidente Paolo Petrucci ricorda come «la restituzione alla comunità di un luogo storico, grazie ai fondi del PNRR, dimostri il valore della collaborazione tra enti locali e cooperazione sociale».
La villa che un tempo fu casa e memoria oggi è centro servizi contro la povertà, rifugio di prossimità, luogo di orientamento e ripartenza. A Leinì, la solidarietà ha ritrovato il proprio indirizzo – e lo ha fatto in uno dei suoi edifici più simbolici.

