Più colpite le donne tra i 40 e i 60 anni chi lavora al Pc, dentisti, infermieri e autisti
Il “dolore alla cervicale”, cosiddetta cervicalgia, è uno dei sintomi che sempre più frequentemente determina la richiesta di visite da parte del medico di famiglia e rappresenta una delle principali cause di disabilità al mondo. È un dolore che insorge all'altezza delle vertebre cervicali, cioè le sette ossa brevi che compongono il tratto della colonna vertebrale più vicino alla testa e che ne permettono i movimenti. Il dolore interessa il tratto posteriore del collo e spesso si irradia alle spalle rendendo difficoltosi i movimenti.
Cause dei dolori cervicali
È una patologia più diffusa nelle donne e nell’età compresa tra i 40 ed i 60 anni. Il primo step nella gestione è rappresentato dalla valutazione dei fattori di rischio. Il fumo di sigaretta (ebbene sì, lo ritroviamo anche qui) è un fattore di rischio importante: in uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association, i ricercatori hanno scoperto che i fumatori avevano un rischio 2,2 volte maggiore di sviluppare cervicalgia rispetto ai non fumatori. Altri fattori di rischio sono lo stress, l’obesità, la sedentarietà e la postura scorretta.
Alcune professioni sono più a rischio, come ad esempio chi lavora al computer, i dentisti, gli infermieri e gli autisti.
Oltre alla prevenzione, la strategia terapeutica prevede l’intervento fisioterapico e psico-educazionale. Se riposo e ginnastica non comportano benefici, sarà necessaria una terapia antidolorifica o antinfiammatoria, sempre dopo indicazione del proprio medico di famiglia.
Nei casi più gravi e resistenti, la terapia può giungere fino all’intervento chirurgico.
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