In Italia ogni anno sono si verificano dai 500 ai 600 decessi
Stufe e camini, utili e piacevoli in questi giorni di freddo, ma attenzione: questi producono il monossido di carbonio (CO) che è un gas incolore, inodore e insapore prodotto dalla combustione incompleta di materiali organici (carbone).
Quando questo gas è in eccesso in uno spazio chiuso, può provocare una intossicazione, condizione talvolta letale causata da un'esposizione a concentrazioni elevate di CO nell'aria. Il CO si lega alla nostra emoglobina con una affinità 240 volte superiore a quella dell'ossigeno. Sostituendosi quindi all’ossigeno, fa sì che questo non arrivi alle cellule ed ai tessuti del nostro corpo, cervello e cuore compresi.
I sintomi dell'intossicazione da CO possono includere cefalea, nausea e vomito, dispnea, angina, perdita di coscienza fino al coma.
Circa l’80% dei casi di avvelenamento da CO si verifica tra le mura domestiche causando, solo in Italia, ogni anno circa 500-600 decessi.
Una delle terapie più efficaci e con meno rischi è rappresentata dalla terapia iperbarica, cioè un trattamento che prevede l'esposizione del paziente a pressioni superiori a quelle normali. L'ossigeno somministrato a pressione iperbarica aumenta la solubilità dell'ossigeno nel sangue e nei tessuti, facilitando l'eliminazione del CO.
La terapia iperbarica inoltre ha altre indicazioni, oltre all’intossicazione da monossido di carbonio: embolia gassosa arteriosa, malattie da decompressione, ulcere diabetiche e piede diabetico, ferite da arma da fuoco o da schiacciamento, osteomielite, ustioni, gangrena gassosa, infezioni da Clostridium difficile e numerosi studi ne stanno valutando le indicazioni per numerose altre patologie croniche.