Ven, 18 Ott, 2024

Vedere un'opera d'arte con il tatto. E' l'obiettivo della mostra dell'artista leinicese Enrico Pelissero

Vedere un'opera d'arte con il tatto. E' l'obiettivo della mostra dell'artista leinicese Enrico Pelissero

E' un percorso tattile per i non vedenti, ma anche un’esperienza per tutti, la mostra “Organika, Percezioni di un Linguaggio Universale” che sarà inaugurata sabato 19 ottobre, alle 18, con aperitivo ed intrattenimento musicale, nella chiesa barocca dello Spirito Santo (via Vittorio Emanuele 14). In esposizione le opere di Enrico Pelissero, l'artista autodidatta di Leini che ha voluto cimentarsi nella realizzazione di questo evento partendo dalla sua personale esperienza con la cecità.

Evento realizzato dall’APRI, l'Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti (Apri) Odv, che da oltre 30 anni si occupa dei problemi della vista ed è in prima linea nel supporto delle persone con difficoltà visive. E, infatti, saranno proprio i volontari dell'APRI ad accompagnare gli ipovedenti e ad accogliere i bambini e le bambine delle scuole o chiunque voglia fare un’esperienza alternativa nell’arte, fornendo una mascherina, una benda o gli occhiali oscurati, unitamente ad alcuni consigli utili per la lettura tattile delle opere e del percorso stesso.

Tra le opere sarà possibile "vedere" La Culla Altare che sorregge l’essere, un bambino avvolto nella placenta che gli fa da tuta protettiva e lo connette con mondi invisibili; sculture distopiche provenienti da mondi evoluti, da una specie di futuro, ormai scomparso; sculture legate alla natura, al pianeta, agli universi sommersi ed alle rocce terrestri che formano bio-mondi offrendo esperienze tattili particolari e invitano ad avvicinarsi alla bellezza del pianeta e, soprattutto, a tutelarla.

«Il buio mi ha sfiorato per un brutto episodio accaduto nell’ infanzia - racconta Pelissero -. Un grave infortunio traumatico da bambino, a 8 anni, mi ha portato alla quasi cecità da un occhio ed alla conseguente operazione a 16 anni con il trapianto di cornea. Quindi, gli anni successivi, sono stati piuttosto traumatici per il terrore del rigetto e per l’attenzione continua ad evitare qualsiasi pericolo per evitare traumi. La tensione e la paura sono state altissime. Tutta la mia adolescenza è stata scandita dal problema dell’occhio offeso e, soprattutto, dalla paura di farsi male per non ripiombare nel buio e dover rifare l’operazione. Mi perseguitava la paura di rifrequentare diversi medici, diversi ed altri ospedali, dove ho incontrato persone con problematiche gravi».

L’allestimento, realizzato con il patrocinio del Comune, ad ingresso gratuito, è curato dalla critica d’arte Carla Bertone e sarà visitabile nei giorni: 20, 26 e 27 ottobre, 2, 3, 9 e 10 novembre dalle 16 alle 20.

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