Sab, 27 Apr, 2024

L'ex Compost di Borgaro, con un investimento di 45 milioni di euro, diventa il più grande impianto per la plastica

L'ex Compost di Borgaro, con un investimento di 45 milioni di euro, diventa il più grande impianto per la plastica

Nei 77mila metri quadrati, di cui 20mila coperti arriveranno 30mila tonnellate prodotte a Torino e provincia

Per anni è stato letteralmente la "croce" di Mappano. Realizzato sul territorio di Borgaro in via Tetti dell'Oleo, a metà anni '90 del secolo scorso dall'Amiat per accogliere e trasformare i rifiuti organici in fertile compost, l'impianto con i suoi insopportabili miasmi nel tempo non ha fatto altro che suscitare polemiche e proteste al punto tale che l'allora sindaco Giuseppe Vallone era addirittura arrivato a firmare un'ordinanza di chiusura forzata. E nel tempo a nulla sono valsi i tentativi di portarvi rimedio.

Un impianto a detta di tutti, realizzato fin dall'inizio con una tecnologia già obsoleta.  E neppure il revamping successivo, è riuscito a mitigare i disagi, cosicchè dopo tante proteste, inchieste, nasi elettronici, situati sui balconi delle abitazioni adiacenti, l'impianto è stato per un po' trasformato in stazione di transfer dei rifiuti fino all'inattività completa.  Fino al 2015 quando Iren ha presentato a Città metropolitana un progetto per riconvertirlo in impianto di trattamento della plastica ad altissima tecnologia.  Un impianto di pulizia del rifiuto ad impatto zero soprattuto dal punto di vista delle emissioni odorose. 

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Per anni il grande stabilimento azzurro visibile della superstrada per l'aeroporto non è stato altro che uno scheletro sventrato che ora si appresta a diventare il più grande impianto d'Europa per la raccolta e selezione della plastica prodotta nel torinese che sorgerà proprio al post del Compost grazie ad un investimento di 45 milioni di euro su 77mila quadrati (di 20mila coperti) in cui lavoreranno circa un centinaio di persone che stanno già frequentando corsi di formazione per lacquisire le necessarie competenze tecniche.

Nell'ex impianto di compostaggio, da settembre, almeno questi sono gli intenti di Iren Amiat arriverà tutta la plastica - dalle bottiglie ai grandi imballaggi - circa 30mila tonellate di cui 20mila prodotte a Torino e 10mila circa nei Comuni della città metropolitana in un impianto la cui capacità di trattamento  dovrebbe aggirarsi intorno alle 100.000 tonnellate annue e che quindi, Amiat, per saturare la produzione, parteciperà alle aste per l’assegnazione della raccolta differenziata da altri territori indette dal Corepla.

Una volta arrivata in via Tetti dell'Oleo i rifiuti plastici saranno differenziati per colore e distribuite dai 22 lettori ottici in base ai polimeri con cui sono prodotte su 125 nastri trasportatori, in grandi contenitori e da qui nel grande reparto confezionamento dove, sotto forma di enormi cubi, sarà trasferita agli impianti di recupero e riciclaggio per avere nuova vita ed essere quindi riutilizzata.

 


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