Gio, 21 Nov, 2024

Uno sportello per informare le persone e evitare quell'indifferenza che 80 anni fa diede origine alla Shoah

Perchè il Giorno della memoria deve essere di più di una semplice celebrazione

Introdotto da un breve video-testimonianza della senatrice a vita Liliana Segre, che ha raccontato il dramma umano e famigliare vissuto nel campo di sterminio di Auschwitz, come giovane ebrea, l’appuntamento mappanese delle celebrazioni dedicate al 27 gennaio, Giorno della Memoria, fin da subito ha ruotato attorno al tema ed al significato profondo dei Viaggi della Memoria.

Un'esperienza che molti ragazzi, grazie alle scuole ed ai Comuni, hanno sempre più la possibilità di vivere. Ed infatti, protagonisti dell’incontro, voluto dall’Amministrazione comunale, che si è svolto domenica 28 gennaio, nel salone dedicato a Lea Garofalo, è stata una delegazione di ragazzi e ragazze, che in parte hanno già avuto modo di affrontare, in passato, il “Viaggio della Memoria” ad Auschwitz, ed altri che si accingono a svolgerlo nelle prossime settimane.

L’incontro, presentato dalla vicesindaca Paola Borsello, accanto al sindaco Francesco Grassi e l’assessora Cristina Maestrello, ha ruotato proprio attorno al tema centrale della memoria, su quanto è accaduto in quei luoghi, mantenendo un saldo contatto con la tragica realtà di questi giorni.

«Non possiamo voltare la testa da un’altra parte, quando in questo preciso momento assistiamo a massacri e tragedie collettive che ci hanno fatto ripiombare nelle pagine più buie della storia – ha sottolineato la vicesindaca – la
storia, quella storia, non ci ha proprio insegnato nulla?». Interrogativi pesanti come macigni, che sono metaforicamente caduti su tutti i partecipanti, ma non sulla volontà collettiva di agire, di fare qualcosa di concreto, partendo dal basso, per porre fine alla guerra, all’orrore.

«Sappiamo bene che di fronte a quello che sta accadendo in Israele e Palestina siamo tutti impotenti – ha ribadito angosciata Borsello – ma questo non significa che non dobbiamo rimanere inerti e silenti». E poi
l’invito, accorato, rivolto a tutti i presenti, e più in generale ai cittadini «possiamo attivarci, dare vita ad uno sportello per informare le persone, su eventuali iniziative solidali, che partano dal basso, un po’ come l’esperienza straordinaria del premio Nobel Nicolò Govoni, che partendo dal nulla ha saputo costruire una straordinaria opera solidale a favore dei più piccoli e degli ultimi della Terra».

Una visione utopica quella manifestata dalla vicesindaca? Può darsi. Ma certamente nutrita da tanti buoni propositi, che non deve cadere nell’indifferenza.

Quella stessa indifferenza che, del resto, solo 80 anni fa diede origine alla Shoah.

 

 

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