Gio, 21 Nov, 2024

Nel giorno della Memoria, la parola d'ordine per Mappano è promuovere la cultura della pace

Nel giorno della Memoria, la parola d'ordine per Mappano è promuovere la cultura della pace

L'incontro prevede le testimonianze dei ragazzi che hanno partecipato al Treno della Memoria,  uno dei progetti più rilevanti al mondo sul tema della memoria della Shoah

Come ogni anno per la Giornata della Memoria, Mappano promuove un'iniziativa pubblica per ricordare i milioni di morti nei campi di sterminio, ebrei, zingari, disabili omosessuali e avversari politici. Un esercizio che è anche e soprattutto una riflessione non solo sul passato, ma sul preoccupante presente che stiamo vivendo.

Domenica 28 gennaio alle 18 in Sala "Lea Garofalo" (piazza don Amerano 1) tutta la cittadinanza è invitata ad un momento di riflessione e approfondimento insieme ai ragazzi che hanno aderito al progetto Il Treno della Memoria per ascoltare le testimonianze del loro viaggio in quei luoghi che videro il peggio di quanto gli esseri umani possono arrivare a compiere verso i loro simili. Un viaggio che non offre ai giovani solo la consapevolezza storica di ciò che è stato, ma che guida le giovani generazioni a non ripetere gli errori del passato.

Il Treno della Memoria, è quel  pellegrinaggio laico che in questi anni ha portato oltre 60mila tra studenti, insegnanti e di recente anche cittadini con la voglia di toccare con mano, di sfiorare quei resti e tornare in Italia cambiati per sempre, empatizzando e provando a  comprendere al di là dei dati storici, cosa ha significato davvero la deportazione. È soprattutto un percorso educativo e culturale che parla di storia e memoria del passato ma anche di testimonianze e impegno nel presente. 
Studiare e visitare Auschwitz e le ferite del '900 significa riflettere sui meccanismi profondi che regolano la nostra civiltà, figlia di quell'epoca. Significa non dimenticare ciò che l’uomo è stato capace di fare, nel cuore dell’Europa.

Domenica sera sarà anche approfondito il messaggio o meglio appello pronunciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il discorso di fine anno «Fare spazio alla cultura della pace. Alla mentalità di pace. Parlare di pace, oggi, non è astratto buonismo. Sappiamo che, per porre fine alle guerre in corso, non basta invocare la pace. Occorre che venga perseguita dalla volontà dei governi. Anzitutto, di quelli che hanno scatenato i conflitti».

 

 

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