Gio, 19 Set, 2024

Dopo 21 anni, tornano le auto al Colle del Nivolet. «Scelta in controtendenza che non tutela l'ambiente alpino»

Dopo 21 anni, tornano le auto al Colle del Nivolet. «Scelta in controtendenza che non tutela l'ambiente alpino»

Sta creando non poco stupore la decisione del direttore Parco Nazionale del Gran Paradiso, Bruno Bassano, di sospendere il progetto “A piedi tra le nuvole”, la misura che prevedeva la chiusura domenicale alle auto da Ceresole Reale al Colle del Nivolet.

Negli ultimi 21 anni, infatti, grazie al protocollo d’intesa, la Provincia di Torino prima e la Città metropolitana dal 2015 avevano lanciato insieme al Parco, un segnale di impegno concreto per la sostenibilità del turismo montano e dell’escursionismo.  Ora la direzione del Parco ha scelto di non rinnovare quell'acordo e di rinunciare alla chiusura festiva del tratto in alta quota della SP 50 del Colle del Nivolet.

Una scelta incompresibile che nulla ha a che fare con la sostenibilità ambientale tanto decantata a parole, ma non nei fatti.

A questo proposito Città metropolitana prende atto della scelta effettuata e ribadisce «il suo impegno per proporre, soprattutto in ambiente montano, alternative alla mobilità motorizzata individuale, attuato concretamente negli ultimi anni con il progetto, ma anche con il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile  - ad esempio il bus navetta gratuito per raggiungere da Torino numerose località -  e conferma la sua disponibilità ad un confronto per definire nuove modalità di regolamentazione estiva del transito sulla Sp 50,considerando prioritaria la tutela dell’ambiente alpino, ma anche la sicurezza della circolazione».

E sulla vicenda interviene anche il consigliere regionale Alberto Avetta «la scelta del Parco che dopo 21 anni riporta le auto in quota è incomprensibile ed in controtendenza con l’approccio sostenibile alla montagna prevalente oramai in tutta Europa e vero volano di un turismo di qualità e rispettoso dell’ambiente. Le chiusure domenicali alle auto sono state una misura lungimirante, apprezzata e coerente con un turismo rispettoso dell’habitat alpino. Pensare che più auto significhi più turisti (e più soldi) è una visione miope che guarda al passato».

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