E' un disturbo mentale caratterizzato da un eccessivo disagio verso un presunto difetto fisico
Capita sempre più spesso di parlare con pazienti che manifestano una eccessiva e persistente preoccupazione per uno o più difetti fisici immaginari o lievi, del tipo «mi sembra che lo zigomo destro sia più grande del sinistro» o «mi è comparsa questa piccola macchia sul viso» spesso non percettibile.
Si tratta della dismorfofobia, un vero e proprio disturbo psicologico. La persona con dismorfofobia può trascorrere molte ore davanti allo specchio per cercare di nascondere i difetti percepiti e, come conseguenza, si isola per paura di essere giudicata. Spesso inoltre ricorre a molte visite mediche con conseguente accesso a terapie farmacologiche ed a volte anche chirurgiche del tutto non necessarie e talvolta anche dannose.
La dismorfofobia colpisce circa l'1-2% della popolazione, non poco, e insorge spesso durante l'adolescenza con il rischio di sfociare verso i disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia e la bulimia. Il disturbo è molto più frequente nelle donne e spesso si associa ad altri disturbi mentali come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), la depressione e l'ansia.
La diagnosi di dismorfofobia viene effettuata dal proprio medico di famiglia e da uno psichiatra sulla base di criteri diagnostici specifici, quali:
- avere una preoccupazione persistente per uno o più difetti fisici immaginari o lievi;
- dedicare tempo eccessivo a camuffare i difetti percepiti;
- aAvere un'autostima significativamente influenzata dai difetti percepiti;
- evitare situazioni sociali o avere una significativa compromissione funzionale a causa del disturbo.
Per trattare tale patologia è utile la terapia cognitivo-comportamentale che aiuta la persona a identificare e modificare le distorsioni cognitive che alimentano la preoccupazione per l'aspetto fisico. Talvolta può essere necessaria anche una terapia farmacologica con gli antidepressivi o gli ansiolitici.
Se pensate di soffrire di dismorfofobia, è importante parlarne con il proprio medico curante così che si possa impostare un percorso diagnostico e terapeutico.