Mar, 3 Dic, 2024

La violenza contro le donne è un'emergenza. Nei primi sei mesi del 2024 sono state 33mila le chiamate al 1522

La violenza contro le donne è un'emergenza. Nei primi sei mesi del 2024 sono state 33mila le chiamate al 1522

25 novembre 2024 La violenza sulle donne è un'emergenza sempre più grave. A confermarlo i dati. Le chiamate al numero contro la violenza e lo stalking 1522 sono state quasi 33mila, nei primi sei mesi dell'anno.

Siamo di fronte ad un’emergenza nazionale. Sono 51 le vittime di femminicidio,contro  7 uomini vittima; quasi 3mila le violenze sessuali nel primo semestre dell'anno, circa 700 i casi di revenge porn (condivisione non consensuale di immagini e video intimi). Spesso è il partner ad uccidere è 9 volte su 10 la vittima è una donna.

Un vero e proprio bollettino di guerra. Una guerra contro le donne!

Innumerevoli, nei diversi territori, le iniziative messe in campo, ed in programma nei prossimi giorni. per manifestare il proprio dissenso contro la violenza sulle donne. Molteplici le forme di sensibilizzazione con molteplici  mezzi, per raggiungere la popolazione. In pillole i consigli di Alexa per “Rompere il Silenzio”; le informazioni da scansionare con un QR-Code al distributore Eni per la campagna: “La Conoscenza Smaschera la Violenza” a cura di Donne per strada. La guida è uno strumento utile a individuare le dinamiche della violenza contro le donne e a intraprendere azioni concrete per prevenirla e contrastarla.

La presa di posizione di molti uomini, del mondo dello spettacolo e non, a sostegno delle donne. Tutto questo ancora non basta, perché mentre si è dato via ad un motore di ribellione e contrasto alla violenza sulle donne, di contro assistiamo politicamente, al tentativo di ostacolare l’autodeterminazione delle donne. A questo proposito citiamo le parole della Cortellesi, ad un anno del suo film ”C’è ancora domani”.

“Le donne non sono solo «madri». Chi ha visto il film, lo sa: la realizzazione di una donna passa attraverso l’istruzione, non attraverso il matrimonio.

Il governo Meloni invece, nell'ultima finanziaria, premia la donna che mette su famiglia, e che, se fa due o più figli ha già dato «il suo contributo» allo Stato. Ancora Paola Cortellesi afferma «Penso che non si possa giudicare il contributo di una donna alla società in base a quanto partorisce. I figli si fanno per altri motivi, per amore ad esempio. Il matrimonio non è più l’unico traguardo da tempo, lo sono invece una buona istruzione e un buon lavoro. Su questi diritti dobbiamo puntare», così come all’educazione sessuale. Un argomento serio, fondamentale e formativo. Un percorso che la scuola italiana non prevede ancora, un percorso di educazione all’affettività. Una proposta per introdurre l’educazione sessuale è stata fatta e contestualmente derisa in Parlamento: un deputato della Lega ha definito “una nefandezza” l’idea, di “insegnare il sesso ai nostri figli di sei anni”. L’educazione all’affettività e al rispetto di sé andrebbe iniziata alla scuola dell’infanzia, per proseguire più avanti con l’educazione sessuale a cura di esperti… Già perché ciò che ci scandalizza in una proposta che vuole incentivare un percorso strutturato messo in campo da professionisti,.

Cos’è che ci rende così ipocriti? La violenza sulle donne è, nelle sue molteplici forme, una compagna di vita devastante che deve essere combattuta con atti concreti: dalla prevenzione in tutti i suoi aspetti alla giustizia. La  violenza ci lascia di contralto, assolutamente dormienti ed apatici se questo compito viene ahimè affidato ai social, ai coetanei dei nostri figli nelle forme più becere e violanti.

La violenza contro le donne riguarda tutti uomini compresi.

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