A Venaria l’aria di campagna elettorale si fa sempre più frizzante.
Il sindaco Fabio Giulivi ha appena annunciato la corsa per il secondo mandato, e — puntuale come un fulmine in una giornata di sole — arriva la notizia: Barbara Virga lascia Noi Moderati.
La consigliera, fino a pochi mesi fa coordinatrice della zona Ovest del partito, ha deciso di salutare il simbolo e di tornare alle origini: indipendente, come in fondo è sempre stata.
La sua decisione, annunciata con un video su Facebook, è motivata da una «distanza morale dalle logiche di partito». Tradotto dal politichese: meglio sola che mal accompagnata.
Una politica in continuo movimento
Virga è una di quelle figure che in politica non stanno mai ferme.
Comincia a sinistra, con il Pd con l’Amministrazione Falcone, poi nel 2020 passa dall’altra parte del fiume, abbracciando il centrodestra e l’Udc. Contribuisce con 213 voti alla vittoria di Giulivi, ma poco dopo qualcosa si incrina: un insulto ricevuto in consiglio dal leghista Marco Palmieri la spinge a lasciare la maggioranza e fondare un gruppo misto d’opposizione.
Da lì, la girandola continua: un passaggio in Fratelli d’Italia, poi un nuovo distacco «per motivi professionali», la creazione di un gruppo misto di maggioranza e infine l’approdo a Noi Moderati, dove diventa segretaria cittadina e coordinatrice della Zona Ovest.
Insomma, se c’è una cintura nera di trasformismo politico (in senso tecnico, eh), il grado le spetta di diritto.
“Scelgo la libertà, non sosterrò Giulivi”
Nelle parole di Virga, però, la scelta non ha nulla di tattico: «Ho deciso di rassegnare le dimissioni da coordinatrice della Zona Ovest di Noi Moderati ed uscire da logiche di partito, seppure appena annusate.
Il congelamento del simbolo deciso dal partito sembra più legato a questioni nazionali che al territorio. Io invece ho scelto di non sostenere il sindaco Giulivi alle prossime elezioni: mancano risposte politiche concrete alle criticità segnalate da tempo».
E qui arriva la stoccata: «Le esigenze dei cittadini sono passate in secondo piano rispetto al protagonismo dell’amministrazione. Venaria è oggi più trascurata di cinque anni fa: si è dato spazio al superfluo, sacrificando l’essenziale».
Tradotto: troppe passerelle, poche soluzioni.
“Resto solo per responsabilità (ma voto come mi pare)”
Nonostante il disincanto, Virga non abbandona la maggioranza. Almeno, non del tutto.
«Avevo pensato di lasciare dopo dieci anni di battaglie, ma resto per senso di responsabilità. A dicembre scorso sono rientrata di corsa dalla Svizzera per salvare il sindaco, dopo che aveva perso due quinti della sua lista civica. L’ho fatto per evitare un commissariamento e lo rifarei. Ma voterò in piena libertà».
Un po’ grillo parlante, un po’ crocerossina del Consiglio comunale: Virga stessa ammette di sentirsi in quella «frustrante posizione di chi avvisa dei problemi ma viene ignorato come Pinocchio con le orecchie di legno».
E adesso? “Forse corro da sola”
Intanto, il gruppo civico Venaria & Futuro, fondato da lei nel 2020, la spinge a un nuovo passo: la candidatura a sindaco.
«Da tempo il mio gruppo mi chiede di proseguire e di puntare alla carica di sindaco. È una proposta che mi lusinga ma che pesa. Ho promesso che ci rifletterò» confessa.
E, citando Rossella O’Hara di Via col vento, conclude con una battuta che dice molto del suo stile: «Domani è un altro giorno, e si vedrà».
Una campagna elettorale tutta da seguire
In politica, si sa, i “domani” arrivano sempre prima del previsto.
E a Venaria Reale, dove la campagna elettorale 2026 è appena iniziata, quello di Barbara Virga promette di essere particolarmente interessante.
