Il Salone del libro nei cinque giorni di apertura è diventato anche luogo di dibattito e confronto, di botta e risposta talvolta anche accesi.
È quanto è accaduto anche l’Auditorium Agnelli con il rapper Fedez, il matematico Piergiorgio Odifreddi e il presidente dell’Ordine nazionale degli Psicologi Davide Lazzari, all' incontro sul malessere psicologico dei giovani, ma invece si è parlato di tutt’altro, o meglio, il discorso si è incentrato sui problemi della Palestina, del Medioriente e della Striscia di Gaza.
L'esordio dell'incontro è stato dedicato al tema previsto, ossia alla depressione e al malessere psicologico che sempre più colpisce le giovani generazioni e la prevenzione tant'è che Fedez che ha confessato di averne sofferto «gli stati depressivi ti annullano come individuo e uccidono la creatività. Quando non stai bene con te stesso, non riesci a tirare fuori nulla di buono».
Odifreddi ha aggiunto che «la creatività richiede una mente aperta, da questo punto di vista aiutare i giovani ad affrontare i disagi psicologici, li porta ad accendere la loro psiche che dal greco significa respiro e anche farfalla, di
conseguenza bisogna aiutarli a trasformasi da bruco a farfalla».
Poi Fedez ha fatto cenno alla chiusura dei centri sociali come luogo di aggregazione «indipendentemente dalle proprie posizioni politiche, aprire le porte a un luogo in cui i giovani possono confrontarsi realmente sarebbe invece preziosissimo, in questo momento».
In sala presente un pubblico numeroso e interessanto alla tematica di genitori, insegnanti, psicologi e ragazzi nella fascia di età under 30 e 35 che avrebbe anche voluto porre delle domande. Tra il pubblico anche due psicologhe accompagnate dall’influencer Karem Rohana (su Instagram Karem from Haifa) che hanno denunciato al presidente dell’Ordine degli Psicologi una disparità di trattamento tra i profughi ucraini – per i quali, a pochi giorni dall’invasione da parte della Russia, erano già stati attivati servizi di assistenza psicologica - e quelli palestinesi, «trascurati» nonostante le numerose richieste da parte delle due psicologhe, rimaste senza risposta.
Ed è proprio a questo punto dell'incontro che è iniziato l'attacco di Fedez ai giornali e ai politici, incentrando il suo intervento su quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza «le istituzioni si sono schierate al fianco di Israele mentre il popolo sta chiaramente con i palestinesi. A Gaza è in atto un genocidio, è sotto gli occhi di tutti, non ho timore di definirlo per quel che è. Questo Salone ha delineato uno scenario molto preciso, ma che molti fanno fatica a comprendere. Le nuove generazioni vogliono sapere cosa succede a Gaza, vorrebbero una presa di posizione forte per quello che sta accadendo, e invece gran parte della carta stampata parla di che cosa fa Fedez la notte. Se i media smettessero di fare gli influencer, e dessero le notizie reali, saremmo tutti un po’ più soddisfatti». Questo dovrebbero pretendere i lettori...