Mer, 29 Ott, 2025

Artigianato piemontese, fiducia in calo ma segnali positivi per l’occupazione. L’indagine sul quarto trimestre 2025

Artigianato piemontese, fiducia in calo ma segnali positivi per l’occupazione.  L’indagine sul quarto trimestre 2025

L’indagine di Confartigianato Piemonte sul quarto trimestre 2025 mostra un rallentamento generale: ordini ed export in flessione,investimenti in calo, ma cresce la propensione ad assumere.

Le imprese artigiane piemontesi chiudono il 2025 con un clima di cauta sfiducia. L’indagine congiunturale realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte, su un campione di 2.250 aziende dei settori produzione e servizi, fotografa un tessuto produttivo in difficoltà, ma non privo di segnali incoraggianti.

Occupazione e apprendistato in lieve ripresa

Le previsioni occupazionali migliorano, passando da –6,17% a –4,62%. Cresce anche l’ipotesi di assunzione di apprendisti, che sale di circa quattro punti (da –20,96% a –17,34%). «Segnali deboli ma positivi – commenta il presidente Giorgio Feliciche testimoniano la volontà delle imprese di mantenere viva la produzione nonostante le difficoltà».

Produzione ed export in calo

Il dato relativo alla produzione totale peggiora (–16,65% rispetto al –13,06% precedente).
L’andamento degli ordini interni resta negativo ma migliora leggermente (da –14,44% a –11,27%).
Più preoccupante l’export: cresce la quota di imprese che prevedono una diminuzione degli ordini esteri, dal 22,34% al 48,23%.

Investimenti e liquidità sotto pressione

Le imprese che non programmano investimenti scendono dal 78,35% al 63,63%, segno di una frenata nella propensione a innovare.
Peggiorano anche le previsioni di incasso: la regolarità cala (64,22%), aumentano i ritardi nei pagamenti (35,22%) e diminuiscono gli anticipi (0,56%).

“Caro energia e burocrazia soffocano le imprese”

«Il quadro – spiega Felici – resta critico: pesano le politiche recessive europee, la burocrazia e il caro energia. Il Piemonte è tra le regioni più penalizzate, con 181 milioni di euro di extra-costi per le micro e piccole imprese rispetto alla media UE». Il presidente lancia un appello: «Serve una svolta per ridurre i costi energetici e rilanciare la competitività. Senza credito e liquidità, le PMI non possono innovare né crescere».

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