Mer, 29 Ott, 2025

Castagne Piemonte 2025: raccolto eccezionale nel Torinese, Coldiretti invita a rispettare i castagneti

Castagne Piemonte 2025: raccolto eccezionale nel Torinese, Coldiretti invita a rispettare i castagneti

Ottobre 2025 si apre con notizie più che positive per gli amanti delle castagne piemontesi.
La stagione si preannuncia eccellente sia per quantità sia per qualità: i frutti sono numerosi, di grande pezzatura e dal sapore intenso.

Secondo Coldiretti Torino, il merito va alle piogge primaverili e al caldo anticipato di giugno, che hanno garantito una perfetta fioritura e maturazione dei castagni.

«L’invito ai consumatori – spiega Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – è di assaggiare queste castagne 2025, che hanno un gusto davvero squisito. Si trovano soprattutto nei mercati di Campagna Amica e attraverso la vendita diretta nelle aziende agricole e cooperative di produttori».

Rispetto per i castagneti curati

Nel pieno della raccolta castagne 2025, Coldiretti rivolge un appello ai tanti escursionisti che frequentano i boschi piemontesi.

«Quando vedete un castagneto curato, con il sottobosco pulito e le piante potate – spiega Mecca Cici – non raccogliete le castagne lungo strade e sentieri. Non sono frutti selvatici, ma il risultato di un anno di lavoro e sacrifici. I marroneti sono veri e propri frutteti di montagna, non boschi liberi».

Un messaggio chiaro: rispettare il lavoro dei castanicoltori che continuano a mantenere viva una tradizione antica e sostenibile, salvaguardando al tempo stesso la biodiversità e i paesaggi montani del Torinese.

I numeri della castanicoltura torinese

In provincia di Torino sono 194 le aziende agricole impegnate nella castanicoltura, per un totale di 115 ettari coltivati e una produzione stimata di circa 1.800 quintali di castagne e marroni.

La parte più pregiata è rappresentata dai Marroni IGP della Bassa Valle di Susa, con circa 500 quintali raccolti nei Comuni di Villarfocchiardo, San Giorio di Susa e Mattie.
Altre zone vocate si trovano in Alta Valle di Susa, nella Collina morenica canavesana, nel Pinerolese pedemontano, in Val Pellice e Val Sangone.

Il valore economico della produzione torinese sfiora il milione di euro, ma – come sottolinea Coldiretti – «ai produttori resta ben poco».

«Anche per le castagne e i marroni – commenta Mecca Cici – si ripetono le storture del mercato agricolo: troppo grande il divario tra quanto guadagna l’agricoltore e il prezzo pagato dal consumatore. È ora di riconoscere un giusto compenso a chi lavora in territori difficili, spesso senza meccanizzazione».

Il castagno, una risorsa ecologica e culturale

Oltre all’aspetto economico, la cura del castagno piemontese ha un importante valore ambientale.
Nel Torinese si contano oltre 38.000 ettari di castagneti, ma la maggior parte è costituita da boschi abbandonati e invasi da altre specie.

«Senza la manutenzione dei castanicoltori – spiega Coldiretti – questi boschi diventano terreno fertile per incendi e perdita di biodiversità. Il castagno è un bosco “favorito” dall’uomo: se non viene curato, cede spazio a querce e tigli».

Oltre ai frutti, il castagno offre legno resistente e pregiato, molto apprezzato nell’artigianato Made in Italy, e una fioritura mellifera fondamentale per la sopravvivenza delle api.

«Riportare gli agricoltori nei boschi – conclude Mecca Cici – significa rilanciare una vera e propria civiltà del castagno piemontese, che ha sostenuto per secoli le nostre montagne e che oggi può tornare protagonista».

Image

Torino e area metropolitana

Non Solo Contro

Il giornale è a cura dell'Associazione Culturale onlus NonSoloContro.
Registrazione n. 2949 del 31/01/2019 rilasciata dal Tribunale di Torino
Direttore responsabile: Nadia Bergamini

Per la pubblicità

ABC Marketing e Comunicazione 
P.I. 124160015

abc.marketing.comunicazione@gmail.com

 Tel.: 3935542895 - 3667072703