Il caro energia continua a pesare come un macigno sulla competitività delle micro e piccole imprese italiane. Secondo l’ultimo rapporto di Confartigianato Imprese, basato su dati Eurostat, Istat e Terna, nel 2024 le bollette elettriche delle aziende di piccole dimensioni sono tra le più care d’Europa, con un prezzo medio di 28 centesimi di euro per kWh, superiore del 22,5% rispetto alla media UE. Solo lo scorso anno, le micro e piccole imprese italiane hanno speso 8,8 miliardi di euro per l’elettricità, pagando 1,6 miliardi in più rispetto alle loro concorrenti europee.
Il Piemonte tra le regioni più penalizzate
Il Piemonte risulta la quarta regione italiana più colpita dall’extra costo energetico, con 181 milioni di euro di spesa aggiuntiva per le micro e piccole imprese rispetto alla media europea. In testa alla classifica si collocano: Lombardia – 443 milioni di euro; Veneto – 231 milioni; Emilia-Romagna – 208 milioni; Piemonte – 181 milioni; Toscana – 92 milioni; Campania – 73 milioni; Friuli-Venezia Giulia – 69 milioni; Puglia – 53 milioni.
A livello provinciale, Torino rientra nella top ten nazionale delle aree più penalizzate, con 64 milioni di euro di extra-costi in bolletta. Seguono: Cuneo 39 milioni; Biella 24 milioni; Alessandria 19 milioni; Novara 14 milioni; Vercelli 10 milioni e Asti 9 milioni.
Complessivamente, le piccole e micro imprese piemontesi hanno speso nel 2024 circa 987 milioni di euro per l’elettricità, con un differenziale del +0,14% sul valore aggiunto territoriale. Il Piemonte si colloca così al secondo posto in Italia per incidenza del caro energia sull’economia locale, superato solo dal Friuli-Venezia Giulia (+0,18%) e davanti a una media nazionale dello 0,09%. In fondo alla classifica si trova il Lazio (0,02%).
Un sistema fiscale squilibrato
A pesare sulle bollette italiane non è solo il prezzo dell’energia, ma anche il carico fiscale e parafiscale, che nel nostro Paese è più che doppio rispetto alla media europea (+117,4%). Le piccole imprese italiane pagano 7,78 centesimi di euro per kWh di tasse e oneri, un livello superato solo dalla Polonia (7,90 centesimi). Un paradosso, se si considera che le grandi imprese energivore in Italia beneficiano di un prelievo fiscale inferiore del 19,6% rispetto alla media UE.
L’appello di Confartigianato: “Energia, da costo a leva di crescita”
«Serve ridurre gli oneri impropri in bolletta e diversificare le fonti - denuncia Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte. - Il dato sull’extra costo che pesa sulle imprese piemontesi è inaccettabile per un sistema produttivo fatto di manifattura diffusa e piccole dimensioni. Se le nostre aziende pagano 181 milioni di euro in più rispetto alla media europea, significa che partiamo svantaggiati rispetto ai concorrenti diretti» e conclude con un appello chiaro: «Non chiediamo sconti o trattamenti di favore, ma regole più eque. L’energia deve diventare un fattore di crescita, non un ostacolo. Servono investimenti e un quadro normativo che garantiscano stabilità e sostenibilità ai nostri territori».

