Erano stati due giorni d'inferno o meglio di pioggia violenta che non cessava più di cadere, mentre sulle sponde del torrente Stura i residenti della zona guardavano preoccupati l'ingrossarsi delle acque. Poi il disastro, l'esondazione che spazzò via il Ciabot e rese inagibile più di un'abitazione (soprattutto quelle delle famiglie Aimone, Bottione e parzialmente Orlandini) in quel tranquillo e ridente borgo, dove per arrivarci, in quei giorni, servivano i mezzi anfibi dei vigili del fuoco.
Sono passati 30 anni da quel 5, 6 novembre 1994 e tanta strada, seppure a fatica e spesso con notevoli ritardi, è stata fatta per mettere in sicurezza l'intera zona e ci sono voluti anni perchè i residenti della Francia - riuniti in Comitato per sollecitare soluzioni, per lo più dipendenti dall'Autorità di allora, ossia il Magistrato del Po con sede a Parma - tornassero a fidarsi di quel fiume che avevano tanto amato e li aveva traditi, più per colpe umane che della natura.
Sono passati 30 anni e la zona è stata messa saldamente in sicurezza, con una serie di scogliere fatte di grandi massi a protezione dell'abitato. Ma c'è voluto tempo e pazienza e anche qualche polemica e protesta necessaria a pungolare il Comune affinchè richiedesse la dovesosa sicurezza per i suoi cittadini.
A 30 anni di distanza domenica 10 novembre, alle 10, l'Amministrazione, guidata dal sindaco Giuseppe Marsaglia, inaugura, proprio in Borgata Francia, la pista ciclo-pedonale che attraversa gli argini recentemente ripristinati.
Un segnale importante nell'anniversario di un'indimenticabile evento alluvionale «sarà un momento significativo per ricordare e riflettere su quella tragica esperienza, ma anche per celebrare la resilienza della comunità che ha saputo rialzarsi con forza e determinazione. L'inaugurazione della pista ciclo-pedonale rappresenta non solo un simbolo di rinascita, ma anche un'opportunità per la cittadinanza di riappropriarsi di uno spazio che ha visto il dolore, ma che ora torna a vivere».