Dom, 28 Apr, 2024

Memoria sempre senza se e senza ma operchè la storia non si ripeta. A Caselle l'appello alla celebrazione dell'Eccidio

L'annuale manifestazione in memoria dei partigiani trucidati al Prato della Fiera, ha ricordato anche Pietro Martin recentemente scomparso

Ricordare i tragici eventi del passato significa non ripetere quegli errori che hanno portato al sacrificio di persone come Luigi Cafiero, Antonio Garbolino,Andrea Mensa, Adolfo Praiotto e Mario Tamietti, i giovani partigiani di cui ieri, sabato 3 febbraio è risuonato il nome, durante la celebrazione dell'Eccidio del 1 febbraio 1945, fucilati dai nazi-fascisti al Prato della Fiera. 

Una manifestazione organizzata dall'Anpi "Santina Gregoris" Caselle-Mappano in collaborazione con il Comune e con la partecipazione di diverse sezioni Anpi della zona e di sindaci e amministratori del circondandario, delle associazioni e l'intevento della Filarmonica La Novella.

Inutile sottolineare come la partecipazione diventi ogni anno più scarsa  come pure le testimonianze di chi ha vissuto quel tragico e drammatico periodo come ha sottolneato il sindaco Giuseppe Marsaglia nel suo intervento d'apertura che ha esordito ricordando, come già aveva fatto la presidente Giusy Chieregatti, Pietro Martin, presidente Anpi per tanti anni «per tutto quello che ha fatto per l'Anpi di Caselle e per la città in modo particolare. Finchè ci saranno persone come Pietro che possono raccontarci quello che è successo perchè ne sono stati testimoni diretti, questa è la memoria che ci aiuta a non sbagliare ancora. Purtroppo però il tempo passa e finirà che di testimoni diretti non ce ne saranno più e perciò quegli avvenimenti diventeranno storia e la storia ha un problema, tende a ripetersi. Ecco perchè il nostro mandato è proprio evitare che la storia si ripeta».

Marsaglia ha intato tutti quindi a non seguire il canto di quelle sirene che propongono soluzioni semplici a problemi complessi. Con un riferimento precisiso a quanto sta avvenendo in Germania dove l'estrema destra propone come soluzione al problema dell'immograzione, la "reimmigrazione" ossia l'espulsione. 

«Il nostro obiettivo è quindi fare in modo che la storia non si ripeta - ha concluso il sindaco -. Abbiamo degli esempi da seguire e dobbiamo impegnarci tutti, ognuno nel suo ruolo».

L'orazione ufficiale è poi stata tenuta dall'assessora della Città di Torino, Gianna Pentenero che ha voluto prima di tutto ricordare Pietro Martin e poi l'avvocato Bruno Segre, partigiano, antifascista, che ha combattuto per i diritti civili scomparso il 27 gennaio scorso, proprio nel Giorno della Memoria, a 105 anni, che tanto ha dato alla causa della libertà e della democrazia.

«Imporre la memoria è difficilissimo - ha detto -. Dire semplicemente bisogna ricordare non basta. Oggi la memoria è una materia terribilmente fragile e talvolta drammaticamente esposta al libero arbitrio, ma la memoria collettiva diventa uno strumento sociale, culturale importantissimo. Dimenticare è più facile e forse mette a posto anche tutta una serie di cose. Fondamentale è l'imperativo morale che ci deve accompagnare: ricordare è bene, dimenticare è male. Non possiamo solo scendere ad un compromesso con quella pagina di storia. Quella pagina di storia deve essere condannata sempre».

Alla cerimonia hanno partecipato anche il comandante della stazione carabinieri Fabio Fornaiolo, della Polizia Locale, Alessandro Teppa, la consigliera Domenica Calza in rappresentanza della Città di Ciriè, la vicesindaca di Mappano, Paola Borsello e il consigliere di San Maurizio Canavese, Luca Muscat.

 

 

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