Mar, 3 Dic, 2024

A Vinovo, conferenza sulla storia del castello Della Rovere. Fino a domenica visitabile la mostra sulla Regina Elena

Sabato 23 novembre, presso la sala conferenze del castello di Vinovo, lo storico locale Massimiliano Brunetto, ha esposto al pubblico le fasi storiche ed i personaggi che hanno interessato questo meraviglioso sito storico incastonato nel centro città.

Lo storico, attivo sul territorio da molti anni, ha spiegato come a partire dal 1040 “Vigonovum”, piccolo villaggio donato da Olderigo e Giulita di Romagnano alla locale abbazia di San Silano, abbia visto passare importanti famiglie nel piccolo borgo vinovese, come i Vagnone, i Cavoretto, i Provana, i Manfredi, arrivando fino ai Della Rovere, il casato che più di tutti mantenne saldi i rapporti con Casa Savoia, vantando un passato illustre ed antico, come dimostrano le prime notizie su di un Amedeo ed Uberto Della Rovere, che già nel 1086 possedevano fondi nella pianura dell’odierna Vinovo.

Il racconto, minuzioso e preciso nei particolari, è stato arricchito da due figuranti che hanno raccontato aneddoti riguardanti la prima Madama Reale di Savoia, la Duchessa Cristina di Francia che, arrivando dalla grande corte transalpina in sposa ad Amedeo I, nipote di Emanuele Filiberto che spostò la capitale del ducato sabaudo da Chambery a Torino nel lontano 1563, ebbe modo di visitare il castello di Vinovo e di apprezzare gli interni del maestoso ed elegante maniero, pare in compagnia di un galante notabile del luogo, racconto che continua con la figura del Principe Umberto di Savoia, di passaggio a Vinovo con il suo aiutante generale Clerici, verso la fine degli anni '20 del 1900, ricevuto sulla porta dalla governante della famiglia Rey, all’epoca proprietaria del sito, che ignorava chi fosse veramente il bel giovane che si presentava all’entrata del castello con tanta disinvoltura ma con altrettanta educazione: veramente bello assistere a questi due siparietti storici raccontati splendidamente da Cordelia Lagattolla e Stefania Guerrini.

Pur non essendo un sito appartenente alle dimore storiche sabaude, il castello di Vinovo ebbe sempre un legame forte con tutti i Duchi e Re di Casa Savoia, in modo particolare con Carlo Emanuele II, che riconobbe un figlio naturale, Agostino Francesco, avuto dalla dama Gabriella di Mesmes de Merolles, che fece sposare al gentiluomo di corte Carlo Delle Lanze: alla morte del Duca nel 1675 lasciando reggente le sorti del governo alla moglie Maria Giovanna di Savoia-Nemours, il riconosciuto figlio erediterà il feudo di Vinovo, assieme ad una rendita annua di lire 5.000.

Alla morte del Marchese Carlo Della Rovere avvenuta nel 1693, tutti i beni di famiglia furono trasferiti ai Delle Lanze, grazie anche ad una investitura a loro favore risalente al 1677. L’ultimo discendente dei Delle Lanze, fu Vittorio Amedeo, figura ecclesiale di grande livello e viene ricordato ancora oggi come abate dell’abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese, antico sito religioso fondato dall’abate-architetto Guglielmo da Volpiano: prima di abbracciare la carriera religiosa, Vittorio Amedeo fu apprezzato consigliere di re Carlo Emanuele III e divise delicati incarichi con un altro grande uomo politico del '700 piemontese, quel Giambattista Bogino che, nell’anno della morte del cardinale Delle Lanze nel 1747, vide premiata la sua strategia di guerra contro la Francia nell’ambito della guerra di successione austriaca con la battaglia dell’Assietta, altura sulla quale i reggimenti piemontesi ed austriaci respinsero gli attacchi furiosi dei soldati al comando del conte di Bell’Isle, fino al raggiungimento della vittoria.

Nel 1776 Re Vittorio Amedeo III concesse regie patenti per la produzione di porcellane al sensale torinese Giovanni Vittorio Brodel e Pierre Antoine Hannong, quest’ultimo un alchimista alsaziano, grazie alla presenza nel grande parco del castello di un mulino ad acqua compreso nel vasta proprietà: dopo quattro anni la produzione si fermò ma la volontà di possedere una manifattura regia convinse il Re a riprovare l’esperimento, affidando il compito ad medico collegiato, certo Vittorio Amedeo Gioanetti già apprezzato chimico a corte, che riuscì nell’impresa di far rifiorire il sito artigianale, tanto che in pochi anni le porcellane di Vinovo vennero riconosciute in tutta Europa come grandi capolavori di raffinatezza artistica ed apprezzata consistenza materiale, grazie ai metodi di lavorazione della pasta inventati dallo stesso Gioanetti: purtroppo quando il 30 novembre del 1815 muore, si porterà nella tomba il segreto della ricetta della sua porcellana e la manifattura chiuderà i battenti nel 1824 ed il castello venduto alla Regia Università di Torino ed in epoca successiva alla famiglia Rey.

A presentare lo storico Brunetto, il presidente dell’associazione Amici del Castello, Mauro Bruna e la sindaca di Vinovo Maria Grazia Midollini, che ha ringraziato sia il conferenziere sia l’associazione per il grande lavoro di studio e divulgazione storico-scientifica sul territorio.

La conferenza è stata presentata nell’ambito della mostra presente nelle sale espositive del castello di Vinovo, riguardante le figure della Regina Elena di Savoia e la figlia Mafalda, scomparsa tragicamente nel 1944 nel campo di sterminio di Buchenwald. L’allestimento, grazie alla grande disponibilità dimostrata dall’Amministrazione comunale,  la biblioteca civica e dell’associazione Amidi del Castello, è stato curato dall’Associazione Internazionale Regina Elena e dal Coordinamento Sabaudo.

Domani, sabato 30 novembre alle 16, presso la stessa sala conferenze del castello, lo storico e scrittore Dino Ramella presenterà il libro dedicato ad Amedeo Duca d’Aosta ed alla sua figura di aviatore, mentre la mostra sarà ancora visitabile nella stessa giornata e chiuderà nel tardo pomeriggio di domenica 1 dicembre.

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