Gio, 21 Nov, 2024

"Il sogno di Castellamonte" in esposizione fino al 23 giugno. Realizzato dall'associazione 296 Model Venaria

"Il sogno di Castellamonte" in esposizione fino al 23 giugno. Realizzato dall'associazione 296 Model Venaria

Nella sala comunale “Gino Vanzi” a partire da oggi, martedì 18 fino a domenica 23 giugno verrà esposto il plastico“Il sogno di Castellamonte”. Un capolavoro realizzato dall’associazione 296 Model Venaria Aps, così denominato per rendere omaggio al celebre e illustre architetto della scena barocca e al suo progetto della via Maestra.

Una riproduzione in scala 1/100 realizzata sulla base degli antichi disegni del Castellamonte. L’ intera opera era stata ideata durante la pandemia e già esposta nel 2023 nella Chiesa di Sant’Uberto. Ora, invece, si potrà ammirare nei prossimi giorni nell’ambito della mostra “20 giugno 1659-20 giugno 2024: Raccontiamo la nostra città” organizzata da 296 Model in collaborazione con la Pro Loco Altessano Venaria, per ripercorrere la storia della Reale.

Il “Sogno di Castellamonte” è stato realizzato dalle mani e dal lavoro di Giovanni Reviglio, Albino Ingrassia, Gian Battista Ruffino, Carlo Rionda, Giacomo Massa, Piero Carmine, Mirko Boscoli, Gennaro Ciotola, Lorenzo Consiglio, Corrado
Coroneo; Davide Gallina, Lino Gubeila, Riccardo Mantovan, Carlo Martini, Filippo Mongiovì, Elisabetta Picardi, Giuseppe Sanfratello, Gerardo Spisso, Giuseppe Stramaglia, Lorenzo Zambelli, Italo Rocchetti e Daniela Ruffino.

Il plastico rappresenta la via Contrada Granda o Maestra che fu l’elemento urbanistico attorno al quale ruotarono, nella seconda metà del Seicento, le modifiche del preesistente borgo rurale di Altessano Superiore (poi Venaria Reale). Per circa due secoli, la via costituì il fulcro dello sviluppo edilizio della Venaria Reale, città voluta dal duca di Savoia Carlo Emanuele II, quale residenza dinastica “di piacere di caccia”. La via fu concepita dal primo architetto di corte come asse stradale cittadino, prospetticamente incentrato sulla Reggia di Diana. Gli edifici che vi si affacciano erano caratterizzati da un’estetica sobria e severa, sia nel disegno sia nell’altezza, uniformi su tutto il percorso, mentre le linee di gronda e quelle dei palazzi erano progettate per creare un effetto cannocchiale verso la Reggia. 

La Contrada Maestra all’inizio dell’Ottocento venne denominata Rue Grande e dal 1850 via Carlo Alberto. Dal 1943 al 1945 cambia nome in via Ettore Muti, poi dal 1945 al 1947 riprende la denominazione di via Carlo Alberto. Nel 1947 assume il nome di via Andrea Mensa, partigiano venariese caduto per la libertà. 

L’esposizione “20 giugno 1659-20 giugno 2024: Raccontiamo la nostra città” così come l’opera si potranno visitare dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 18,30.

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