Aiuta la memoria, difende dell'ictus, protegge il fegato e perfino a dimagrire
Ogni italiano ne consuma in media 6 chili all’anno, ma vi sono notizie contrastanti sugli effetti sulla salute.
Tanti italiani considerano irrinunciabile il caffè, ma pochi ne conoscono gli effetti sull'organismo e la salute. Alcuni pensano che non faccia bene - specie al cuore e vasi sanguigni - ma anche altri aspetti, come il suo ruolo sul funzionamento del sistema nervoso e sul metabolismo, vanno approfonditi.
Vediamo ora quali sono gli aspetti positivi
Il caffè migliora attenzione e memoria: la caffeina è una sostanza nootropa, psicoattiva (cioè sostanze che migliorano le abilità del cervello). Stimola il sistema nervoso centrale occupando i recettori dell'adenosina, molecola che induce sonnolenza e di cui la caffeina è antagonista, e che rende tali recettori non più reattivi. Grazie a questa azione neurotonica, il caffè potenzia le capacità cognitive, migliora memoria e concentrazione, promuove un aumento della veglia, innalza il tono dell'umore.
Il caffè potrebbe proteggere da Parkinson ed Alzheimer: l'azione di caffeina e caffè sul cervello è tanto significativa che alcuni studi (per ora su bassi numeri di persone) attestano che il consumo di caffè si associa alla diminuzione del rischio di demenza e di patologie neurodegenerative. I bevitori abituali di caffè mostrano un rischio di sviluppare l’Alzheimer minore fino al 65% rispetto a chi non ne fa uso. Percentuali di riduzione del rischio leggermente inferiori si riscontrano nei consumatori di caffè per quel che riguarda il morbo di Parkinson.
Il caffè aiuta a prevenire il diabete: un'ampia ricerca ha dimostrato che assumere due-tre caffè al giorno riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Gli effetti benefici verso il diabete si hanno sia che si consumi caffè normale che decaffeinato, perché non è la caffeina la molecola protettiva, ma altri composti, come i flavonoidi e l'acido clorogenico, antiossidanti che si perdono solo in piccola parte (il 15% circa) nel processo di decaffeinizzazione. Una buona notizia per chi preferisce il caffè decaffeinato per ridurre gli effetti eccitanti del caffè e quindi evitare o ridurre ansia e tachicardia. Chiaro che aggiungere alla tazzina di caffè lo zucchero, pure se di canna, aumenta la glicemia il che è l’opposto della lotta al diabete. Quindi usa un prodotto naturale come la stevia (che ha un vago sapore di liquirizia, per me non gradevole), o meglio, ti abitui a non dolcificare proprio. E resta lontano dai dolcificanti artificiali.
Il caffè aiuta a proteggersi dall’ictus: è vero che la caffeina, sostanza eccitante, causa un modesto aumento della pressione sanguigna (pari a 3-4 mm/Hg) e una leggera accelerazione del battito, che però dura solo nelle ore successive al consumo (2-3) e di solito è poco accentuato in chi consuma caffè regolarmente. Alcune ricerche rilevano infatti che bere quattro tazzine di caffè al giorno si associa, a lungo termine, a un abbassamento del rischio di ictus di circa il 20%. A parte gli effetti immediati del caffè sui valori della pressione arteriosa è stato dimostrato che il consumo moderato di questa bevanda (tre tazzine al giorno) non comporta un più alto rischio di ipertensione nella popolazione sana. Le conclusioni di una metanalisi (la somma di più studi analoghi) su consumo di caffè e rischio cardiovascolare ha documentato che bere tra i tre e i cinque caffè al giorno ha effetti benefici generali sulla salute di cuore e arterie. Il merito di quest'azione cardioprotettiva e vasoprotettiva è probabilmente da attribuire ai composti fenolici antiossidanti presenti nel caffè. Solo per chi soffre di alcuni disturbi del ritmo cardiaco o di pressione sanguigna molto alta o non controllata farmacologicamente può essere prudente evitarne il consumo, oppure bere il decaffeinato, in cui la caffeina è stata quasi completamente eliminata nel corso del processo produttivo (ne rimane circa il 3%), o i surrogati del caffè, come il “caffè” d'orzo o di cicoria.
Il caffè può proteggere il fegato: contrariamente a quel che a volte si sente dire in merito alle ricadute negative che avrebbe sulla salute epatica, il consumo di caffè può contribuire a prevenire certe patologie del fegato anche mortali. I bevitori regolari di caffè mostrano statisticamente un rischio molto più basso (fino all'80%) di cirrosi, una grave malattia degenerativa del fegato. Altre evidenze mostrano che il consumo di caffè è associato anche a una riduzione del rischio di cancro epatico.
Chi beve caffè vive a lungo: visto quanto detto, non stupisce che gli studi epidemiologici mettano in luce che il consumo di caffè è associato a una maggior longevità. I bevitori abituali di caffè presentano una riduzione del rischio di morte prematura del 20-25% circa rispetto a chi rinuncia a questa bevanda.
Il caffè aiuta a dimagrire: soprattutto per merito del suo contenuto di caffeina, il caffè è una bevanda che aumenta la termogenesi, cioè facilita il processo attraverso il quale l'organismo brucia energia sotto forma di calore. Alcuni studi segnalano che il consumo di caffè può innalzare il metabolismo anche del 10%, anche se nei bevitori regolari questo effetto si riduce nel tempo. L'azione diuretica del caffè fa di questa bevanda un buon supporto per chi soffre di gonfiori e ritenzione idrica, mentre i suoi effetti anoressizzanti (riduzione dell'appetito) potrebbero essere sfruttati per contenere l'appetito eccessivo e gli attacchi di fame nervosa.
Concedersi qualche tazzina di caffè ogni giorno può contribuire ad attivare il metabolismo e sostenere il dimagrimento. Il caffè normale, e ancor di più il caffè verde, è quindi un alimento benefico per chi ha bisogno di smaltire chili, tenendo sempre presente che per raggiungere il peso forma serve una dieta ben impostata che comprenda una colazione sana, proteine nobili e cinque porzioni giornaliere di verdura e frutta e l'attività fisica, moderata ma quotidiana.
Credits: https://coffeegeek.tv/