Gio, 21 Nov, 2024

Torino

Al Salone del Libro di Torino contestazioni dei Pro Palestina. «Il Salone è una merda sionista»

Nel pomeriggio del terzo giorno del Salone del Libro, sabato 11 maggio le contestazioni Pro Palestina hanno innescato un momento di tensione, scaldando l’atmosfera. All’ingresso del Lingotto Fiere di via Nizza molti del collettivo Torino per Gaza hanno preso a calci le transenne di sicurezza per cercare di arrivare al Salone e poi anche i cancelli sistemati dalla Polizia, che ai tanti tentativi di varcare gli ultimi cancelli ha risposto con qualche manganellata.

Più di un centinaio attivisti, tra diversi collettivi e anche esponenti di Askatasuna che hanno portato in corteo la bandiera con i colori della Palestina, lunga almeno 2 metri, fino alle biglietterie sul piazzale del Lingotto dietro lo striscione “Vita terra libertà per il Popolo Palestinese-Salviamo Gaza" e "All eyes on Rafah: blocchiamo tutto". All’ingresso i manifestanti hanno anche detto «Il Salone del libro è una merda sionista»

Per cercare di placare la situazione il presidente del Salone, Silvio Viale ha avviato le trattative e ha dato la possibilità a cinque attivisti di entrare all’ingresso B che sventolando la bandiera in coro hanno urlato «Free Palestina» o «Palestina libera» .

«È inaccettabile che in un Salone dove si promuove la cultura e la solidarietà non si possa entrare con una bandiera e portare la voce del popolo palestinese. Il Salone è pieno di sionisti, è pieno di falsità» hanno urlato al megafono. Con loro anche il presidente della moschea Taiba Braym Baya che ha fatto un appello alla direttrice del Salone «chiediamo che Annalena Benini prenda una posizione. Non può rimanere in silenzio di fronte al genocidio palestinese».

Poi anche il noto fumettista Zero Calcare,  al Salone per presentare la sua ultima opera e da sempre sostenitore delle vittime della Striscia di Gaza, li ha raggiunti per placare le proteste «uno spazio che parla di cultura e di attualità non può chiudere gli occhi e non può lasciare fuori la storia con la S maiuscola» ha commentato uscendo dal Salone per incontrare i manifestanti, «penso che per tanto tempo a noi che siamo testimoni di quello che sta succedendo in Palestina ci verrà chiesto conto del fatto che non stiamo fermando il massacro».

In serata è arrivato anche, finalmente,  il commento di Benini «come dico sempre, il Salone è un luogo di incontro in cui vogliamo dare la parola a tutti, oggi abbiamo cercato di favorire il più possibile il dialogo e abbiamo dato uno spazio pacifico di espressione a una loro delegazione»

Tutto si è concluso dopo un lungo pomeriggio di contestazioni e nelle prossime settimane - come hanno annunciato gli attivisti - occuperanno le università.

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