Sono passati anni dalle prime lotte per la parità di genere, ma ancora nelle nostre città e paesi il disequilibrio fra i due generi è ben chiaro nella toponomastica. Le intitolazioni di strade, piazze,aree verdi e spazi pubblici, continuano a riflettere una cultura e una dimensione sociale e storico-culturale ancora molto misogine.
Percorrendo le nostre città lo sbilanciamento a favore di uomini che, per carità, hanno fatto la storia dell'Italia e del mondo, continua ad essere evidente. E' l'espressione di un potere di chi la storia l'ha scritta e continua a tramandarla negli spazi di vita urbana.
Parte proprio da questi presupposti la mozione presentata dal consigliere Endrio Milano (Progetto Caselle 2027). Dalla necessità di rimettere mano alla toponomastica, almeno di Caselle, dove tolta via Suor Vincenza, la biblioteca Jella Lepman o il Paltenda Teresa Noce, nulla o quasi è dedicata alle donne che ne pure ne hanno scritto la storia. E Milano qualche nome lo fa anche, senza andare troppo lontano come le partigiane Santina Gregoris (cui è dedicata la sezione Anpi), Anna Cravero, Lidia Fontana, o l'unica sindaca donna che Caselle abbia mai avuto dall'istituzione della Repubblica ad oggi, ossia Lucia Lulli, ma anche la maestra Paola Precerutti, e moltissime altre.
«Ecco perchè come gruppo consiliare - spiega - chiediamo al Consiglio comunale, ai sensi dell’art. 40 del Regolamento, di intervenire sulla toponomostica e la odonomastica cittadina con un indirizzo al femminile intitolando vie, spazi pubblici, giardini, eccetera a donne che hanno dato un contributo importante alla vita sociale, economica, culturale, locale e nazionale. In modo tale che le bambine e le donne possano riconoscersi in personaggi femminili significativi».
Non solo. Milano invita anche il parlamentino casellese, in accordo con la Dirigenza Scolastica a «favorire un approfondimento anche nelle scuole proponendo nelle classi lavori di gruppo su figure di spicco femminili locali» e ancora proporre itinerari "femminili" «promuovendo camminate nelle vie dedicate a donne, raccontando le loro storie. Ma anche illustrazioni riguardanti la vita di donne meritevoli di essere ricordate da scoprire o riscoprire attraverso specifiche passeggiate. Organizzare mostre sui luoghi della toponomastica femminile».
Le targhe delle strade in cui viviamo, lavoriamo e ci incontriamo, non sono forme d’espressione neutrali. Raccontano storie di uomini famosi, ma delle storie di donne rimangono sempre poche tracce e poche testimonianze, mentre purtroppo, le tante, troppe immagini pubblicitarie che ci circondano, contnuano a riproprre quasi esclusivamente volti e corpi di donne, rinnovando quegli stereotipi difficili da dimenticare.
E voi cosa ne pensate?