Obiettivo unire le due comunità di fedeli e soèprattutto ricucire il vistoso strappo della comunità parrocchiale mappanese
Un ingresso parrocchiale per due. Non è lo spot irriverente di una sacrilega offerta commerciale. Ma quanto avvenuto domenica 17 settembre, riguardo l’insediamento del nuovo parroco di Leinì e Mappano: don Riccardo Robella, al posto di don Pierantonio Garbiglia, pastore fino alla scorsa settimana di queste due realtà parrocchiali.
Un normale avvicendamento, che lascia però qualche amarezza, soprattutto all’interno della comunità mappanese, dove era ben la seconda volta che il sacerdote era stato nominato parroco, ministero svolto solo da alcuni anni e che, secondo i soliti bene informati, sarebbe dovuto durare ancora. Polemiche che però lo stesso don Pier non ha minimante voluto avallare, anzi nelle messa di commiato è stato perentorio rivolgendosi ai fedeli: «accogliete don Riccardo Robella, con lo stesso entusiasmo con cui avete accolto me. Ed avrete modo di conoscere un sacerdote valido e capace, che non potrà che fare del bene alla vostra comunità».
Parole che evidentemente non hanno convinto del tutto parte dei fedeli mappanesi, visto che, all’ingresso di domenica, i parrocchiani leinicesi erano la stragrande maggioranza dentro e fuori la chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Certo non è mancato il sindaco di Mappano Francesco Grassi, con la vicesindaco Paola Borsello, il primo cittadino di Leini Renato Pittalis con tanto di gonfaloni comunali al seguito, scortati dal comandante della Polizia Locale mappanese Paolo Bisco, dal collega di Leini Salvatore Papalia, accanto al comandante della locale Stazione dei Carabinieri Mauro Esposito, ma il numero di fedeli mappanesi era decisamente esiguo, vista l’importanza dell’appuntamento, come del resto, anche le associazioni del territorio, che sono da sempre il cuore pulsante della comunità mappanese.
Tolte le delegazioni del gruppo storico e folcloristico dei Lavandè con la presidente Gisella Ferrando, ed il sodalizio culturale dell’Unitre, altri labari associativi non si sono visti. Insomma uno strappo quasi plateale, che non giustifica però certe assenze, visto che la parrocchia e tutti i parroci di Mappano, ha sempre avuto ottime relazioni con il variegato mondo associativo locale. Assenze che non sono giustificate neppure dalla scelta di non svolgere un secondo ingresso parrocchiale, come molti parrocchiani mappanesi invece auspicavano.
L’arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, è stato molto chiaro in merito: le realtà della Diocesi, in mancanza anche di nuovi pastori, devono imparare a camminare insieme, in un progetto sempre più condiviso e comunitario. Del resto la strada provinciale, la Sp 460, conosciuta da tutti come lo “stradone”, è una lingua d’asfalto che da sempre collega, senza soluzione di continuità il Comune di Leinì, con l’abitato di Mappano, prima diviso in più frazioni sotto il piano civile ed amministrativo, ma unito già a partire dagli anni quaranta del secolo scorso, almeno dal profilo parrocchiale. Una identità forte, a cui la Chiesa torinese non ha mai fatto mancare il suo contributo. Identità che solo recentemente è riuscita a strutturarsi in un’unica municipalità.
Sicuramente una delle prime azioni a Mappano, da parte del neo parroco, sarà proprio quella di ricucire questo vistoso “strappo”. Superando anche certi concetti, anacronistici ormai, di confini parrocchiali. Ma anche Leinì dovrà fare la sua parte aprendosi alla collaborazione dei mappanesi.
Per il resto, l’ingresso si è svolto all’insegna della massima accoglienza del nuovo pastore, don Riccardo Robella, del vicario parrocchiale don Filippo Romagnoli, accanto ad una figura già conosciuta dai parrocchiani mappanesi, il diacono Matteo Suozzo che, oltre a mantenere l’incarico a Mappano, estenderà il suo ministero anche alla vicina Leinì.
A fare da cornice all’ingresso dei due sacerdoti e del diacono, una colorata rappresentanza di bandiere, labari e gagliardetti, a testimonianza del ricchissimo panorama associativo. Alpini, Bersaglieri, Carabinieri in congedo, e poi realtà sportive, aggregative, folcloristiche, solidaristiche come la “Società Operaia di Leinì”, la “Promo Eventi”, la Protezione Civile, Il Toro Club, la Filarmonica leinicese Vittorio Ferrero ed il Club Alpino Italiano. Un variegato tessuto associativo quasi sempre in sintonia con le parrocchie di riferimento. E questa ricchezza culturale ed associativa, è stata presentata dai sindaci al nuovo parroco, come prezioso strumento di collaborazione.
Originario della parrocchia di Santa Rita, don Riccardo, ha maturato la sua vocazione nella comunità di Madonna di Pompei in Torino, vicario parrocchiale ad Orbassano, poi l’esperienza nella parrocchia del Cottolengo di Torino. Tutte realtà ricche e complesse della Diocesi. Infine parroco di Nichelino, alla SS Trinità, per oltre 16 anni, e moderatore dell’Unità Pastorale, don Riccardo per molti, anche fuori dal più ristretto ambito religioso, è conosciuto come il cappellano del Torino calcio, ruolo che sia ben chiaro non disconosce, anzi non ha certo dubbi a proclamare la sua “fede” granata. Ma questo sacerdote, fin dalla sua prima predica, avvenuta dopo l’insediamento parrocchiale, ha dimostrato ai molti fedeli presenti in chiesa, una capacità di sintesi e di elevata elaborazione teologica.
Partendo dal concetto di simpatia, il neo parroco, ha saputo incardinare nella sua omelia, una serie di riflessioni, partendo dalla lettura dei brani evangelici, che hanno subito avuto il sapore di manifesto programmatico parrocchiale «aprirsi agli altri, a tutti, anche ai più lontani, condividendo, nel termine greco di
“simpatia” la sofferenze di chi mi sta vicino, accoglierla nel mio cuore, come cercavano di fare le prime comunità cristiane».
Insomma il cammino è tracciato, e molto si svilupperà, non a caso sul tema del camminare insieme, soprattutto fra due comunità parrocchiali confinanti da sempre, e che ora dovranno imparare ad usare sempre di più quello “stradone” che ha il compito di «unire due comunità che - come ha ricordato monsignor Repole, nella lettera di presentazione alle realtà parrocchiali – che da qualche anno hanno cominciato a camminare insieme, sotto la guida del caro don Pierantonio (…) Don Riccardo, don Filippo e il diacono Matteo, saranno chiamati a valorizzare la storia delle vostre parrocchie, e a mantenere legami di stretta collaborazione con le comunità parrocchiali, i presbiteri, i diaconi e le presenze laicali e religiose della vostra Unità Pastorale, tra le quali ricordo particolarmente la comunità cottolenghina
della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Mappano».