Mer, 18 Dic, 2024

La Magneti Marelli deve restare a Venaria. A chiederlo sono i dipendenti, i sindacati e la politica locale. In ballo ci sono sono centinaia di posti di lavoro

Piazza Vittorio Veneto, ieri mattina, venerdì 13 dicembre, è diventata scenario dello sciopero indetto da Uilm, Fiom-CGIL e Cisl-FIm,  cui hanno aderito anche i dipendenti della Magneti Marelli, lo stabilimento venariese che produce componenti elettronici e sistemi di controllo del settore automotive.

Per più di 500 operai e le proprie famiglie la situazione è piuttosto grave, perché l’azienda è a rischio di ricollocamento. Una decisione in procinto di essere attuata legata a due fattori: la crisi del settore automobilistico e il legame per il 90% della produzione con Stellantis. Nel 2026, infatti,  i vecchi Ducato verranno sostituiti da un nuovo modello, che con ogni probabilità verrà prodotto anche questo in Polonia.

«Scendiamo in piazza per portare all’attenzione dei cittadini e delle istituzioni la complicata situazione di crisi del settore automotive che impatta pesantemente sulla Magneti Marelli e la Webasto. Vogliamo denunciare ed evidenziare che le scelte dell'azienda di delocalizzare nei Paesi emergenti sia la produzione sia ricerca e sviluppo, porteranno a perdere competenze e professionalità che sono una grande risorsa per il futuro del nostro territorio. E' solo l’inizio di un percorso di scioperi che proseguiranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni, con il fermo di importanti aziende del territorio torinese nel settore metalmeccanico» hanno spiegato i sindacati.

A sostenere gli operai, durante la manifestazione in piazza, erano presenti anche il vicesindaco Gianpaolo Cerrini e l'assessora al Lavoro, Monica Federico.

«Ci preme ricordare che i lavoratori sono la forza trainante delle aziende e che le loro competenze sono fondamentali per futuro. In particolare, per la questione Marelli, le loro competenze e la loro dedizione sono necessarie per l’azienda - hanno incalzato gli amministratori venariesi - La politica locale non ha grande potere,  ma vogliamo stare al loro fianco per chiedere l'istituzione di tavoli di confronto e mettere in campo proposte che permettano di mantenere attiva la realtà industriale del nostro territorio e il suo indotto. La riduzione dello stabilimento storico Magneti Marelli danneggerebbe l'economia dell'intera area. Siamo certi che con la determinazione e la collaborazione riusciremo a superare questo momento difficile e a costruire un futuro migliore per la Magneti Marelli».

Insieme a loro anche i consiglieri Pd Rossana Schillaci e Raffaele Trudu, del M5S Davide De Santis e regionale Sarah Disabato che porterà le istanze dei lavoratori sui banchi di Palazzo Lascaris, oltre una rappresentanza dell’Anpi.

«Lo abbiamo ribadito questa mattina in piazza Vittorio Veneto in occasione del presidio organizzato dai sindacati. Le istituzioni, a partire dalla Regione Piemonte, chiedano all’azienda di non delocalizzare la produzione: stiamo parlando di un’eccellenza italiana, piemontese e in particolare venariese, dove oggi lavorano oltre 550 persone, senza dimenticare le ricadute importanti su tutta la filiera industriale. La crisi del settore automotive, e in particolare di Stellantis, sta impattando negativamente su tutte le altre realtà, compresa Magneti Marelli con la previsione di una riduzione dei volumi produttivi e del trasferimento della produzione. Avevamo già sollevato la questione con una
mozione presentata ad ottobre dello scorso anno in Consiglio comunale a Venaria Reale e presenteremo anche un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta Cirio di salvaguardare non soltanto l’occupazione locale, ma anche un pezzo di storia importante della città, di Torino e del Piemonte» commentano De Santis e Disabato.

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