Ecco come evitare spiacevoli e fastidiose consguenze
Forte bruciore, dolore, gonfiore e comparsa di vescicole, bolle o pomfi sulla pelle: a quanti è capitato di venire in contatto con una medusa?
Di solito la dolorosa reazione, provocata da una sostanza urticante presente nelle estremità dei tentacoli, è lieve, ma raramente può comportare conseguenze sistemiche cardiocircolatorie e respiratorie e in questi casi è fondamentale chiamare subito il numero unico 112.
Per le forme lievi spesso invece ci si affida ai rimedi “fai-da-te” che però oltre ad essere inutili possono diventare dannosi. Nello specifico è sconsigliato l’utilizzo di ammoniaca, limone, urina, aceto, alcool e applicazione di calore mediante sabbia o pietre (efficaci solo sopra i 50 gradi).
Cosa fare quindi?
Dopo il contatto con una medusa è utile non agitarsi e lavare abbondantemente la parte interessata con acqua di mare (e non acqua dolce perché la differenza di osmosi faciliterebbe un’ulteriore rilascio di veleno) così da rimuovere eventuali residui dei tentacoli. Importante, seppur non semplice, evitare di grattarsi per non facilitare la diffusione della tossina. Quindi va applicato un gel idroalcolico astringente al cloruro d’alluminio che blocca rapidamente la diffusione delle tossine e riduce il prurito, o in alternativa, una crema cortisonica che però è efficace dopo circa 20 minuti, quando i sintomi dovrebbero già essersi ridotti.
È utile infine evitare l’esposizione solare dell’area interessata per un paio di settimane in quanto potrebbe facilitare la comparse di macchie cutanee.