Accordo fra Torino e il Coordinamento Diaspore. E' il primo "storico" caso in Italia
Per promuovere e sostenere iniziative di cooperazione internazionale e sviluppo sostenibile
Torino è la prima città in Italia a siglare un accordo ufficiale con le comunità diasporiche riunite nel Coordinamento delle diaspore per la cooperazione internazionale del Piemonte (Co.Dias.Co.).
L'accordo è stato firmato nella Sala delle Congregazioni di Palazzo Civico dal sindaco Stefano Lo Russo e dal presidente di Co.Dias.Co. per il Piemonte Abderrahmane Amajou. Attualmente partecipano al Coordinamento Piemontese 13 associazioni della diaspora, tutte con sede legale o operativa a Torino: Warã Associazione Culturale Italo-Brasiliana, Associazione Nuova Generazione Italo-cinese (ANGI), Association Albideya, Generazione Ponte APS, Associazione Soomaaliya ONLUS, Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali (AMMI), Associazione Donne Africa Subsahariana e II generazione, Associazione Pakistan Piemonte, Associazione Sudanese di Torino, Association Maison d’Enfant pour la culture et l’éducation (AMECE), Associazione dei Senegalesi di Bra, Alba, Roero e Langhe (ASBARL), Associazione Forze delle donne, Haititalia APS.
Educazione alla cittadinanza globale, ai diritti umani, all’interculturalità e alla pace, alla cooperazione allo sviluppo, solidarietà internazionale con paesi, città e territori di origine delle comunità torinesi aderenti al Co.Dias.Co, saranno alcuni degli ambiti d’interesse individuati.
«La Città di Torino è da tempo laboratorio di cooperazione internazionale e politiche di integrazione - dichiara Lo Russo -. Oggi compiamo un passo in più, grazie alla collaborazione con un partner importante e rappresentativo come il Co.Dias.Co. La Torino di domani non può prescindere dal lavoro sulle politiche di inclusione per i nuovi cittadini e penso in modo particolare ai più giovani; oggi quelli di origine straniera sono più che raddoppiati rispetto a vent’anni fa. Lavoreremo insieme, da domani, per contrastare ogni forma di discriminazione e costruire nuove possibilità di sviluppo. È un'iniziativa in cui la nostra amministrazione crede moltissimo. La dimensione della cooperazione internazionale è parte integrante della storia della città e in questo ambito le comunità delle diaspore sono fondamentali per attivare forme di cooperazione con i torinesi non di nascita che abbiano voglia di essere dei ponti con i loro paesi d'origine».
Soddisfazione anche dal presidente Amajou «dalla nostra costituzione come coordinamento, due anni fa, sono successe moltissime cose. Stiamo raccontando un nuovo modello di sviluppo, che parte da persone che appartengono a due territori e che possono contribuire portando un valore aggiunto. Le diaspore vogliono dare il loro contributo nel rispondere alle sfide importanti del nostro tempo, come la povertà, i problemi ambientali e gli obiettivi dell'agenda 2030», tra le prime attività in programma vi è il potenziamento delle capacità dei membri delle associazioni del coordinamento con un percorso di formazione alla progettazione. Una svolta storica nel futuro della cooperazione internazionale siglata il 15 dicembre 202
Il Coordinamento delle Diaspore è un’associazione senza finalità di lucro, il cui scopo è trasformare il modo di fare cooperazione internazionale rendendo protagonista la rete delle associazioni diasporiche presenti in Piemonte. Questa realtà rappresenta un’evoluzione dei processi di co-sviluppo, ovvero quella strategia di cooperazione internazionale che mette al centro i migranti, valorizzando le loro connessioni transnazionali con il proprio paese di origine e la partecipazione locale nel contesto di emigrazione. Cogliendo le sensibilità e le competenze di alcuni membri della diaspora piemontese, si è costituito nel 2021 il Coordinamento delle Diaspore per la cooperazione internazionale nel Piemonte.
Nel 2022 le diaspore in Italia hanno contribuito economicamente allo sviluppo dei paesi d’origine con 8 miliardi di euro: una cifra altissima se comparata con i 5,5 miliardi di fondi governativi, comprensiva di tutti i costi per l’accoglienza di richiedenti asilo e migranti che però non dovrebbero rientrare in questo budget, bensì in quello ministeriale. Riconosciute ufficialmente le potenzialità della diaspora per la prima volta con la legge 125/2014, che certifica il ruolo delle comunità migranti come attori di sviluppo locale e nei paesi di provenienza.
I dati Onu stimano un rapporto di 3 a 1 le rimesse degli immigrati (435 miliardi di dollari) rispetto agli aiuti ufficiali (135 miliardi), evidenziando il forte impatto economico delle comunità diasporiche.
«Le diaspore sono comunità molto consistenti - conclude il sindaco - in città un quarto degli alunni, circa 27mila giovani, non ha la cittadinanza italiana ma l’80% di loro è nato a Torino, studia la nostra storia, conosce Pietro Micca e Carlo Alberto». La firma dell’accordo costituisce dunque un segnale cruciale per il futuro socio-politico del territorio «Poniamo con grande forza all’attenzione della politica nazionale il tema dell’acquisizione della cittadinanza italiana e dello Jus scholae, una dorsale fondamentale per lo sviluppo di progetti come questo».