Si è spento all’età di 93 anni Gianni Rigodanza.Casellese e giornalista. Sicuramente questo è il binomio con cui avrebbe voluto essere ricordato Gianni. Profondo conoscitore del territorio. Amante della storia locale. Ma prima di tutto infaticabile cronista. Quella passione, o meglio come amava dire lui “passionaccia”, che lo ha accompagnato lungo tutta una vita.
Tra i fondatori della Pro Loco di Caselle. Redattore del mensile “Cose Nostre”, divenuto poi direttore responsabile a seguito dell’improvvisa e tragica scomparsa del dottor Silvio Passera, a Rigodanza bisogna riconoscere il grande amore verso il giornalismo e la carta stampata in generale. Impossibile contare gli articoli, i servizi, gli editoriali, usciti prima dalla sua penna e poi dalla sua macchina da scrivere.
Come i tanti libri, frutto della sua vena prolifica e dalla voglia di raccontare piccole e grandi storie del luogo in cui viveva. Decine i volumi pubblicati. Risultato di ricerche appassionate. Testi caratterizzati dalla curiosità verso le cose e le vicende umane. Qualità che lo ha sempre accompagnato lungo la sua vita di ricercatore e formidabile divulgatore.
Ha scritto “Un giornale, una città”, volume dedicato alla storia di Caselle, vista in filigrana attraverso le pagine di cronaca del mensile della Pro Loco “Cose Nostre”. Una monografia dedicata all’ex ospedale Baulino, in occasione del 400° di fondazione del sodalizio, solo per citarne alcuni. Attraverso le pagine di un altro suo libro: “C’era una volta il treno” dedicò grande attenzione alla genesi, allo sviluppo e successivo interramento della tratta ferroviaria casellese, per non parlare poi di uno dei suoi volumi più apprezzati dai lettori: “I Colori della storia. Chiaroscuri casellesi dell’Ottocento”.
Appassionato filatelico e numismatico, è stato Maestro del Lavoro, oltre che collezionista di giornali dell’800. Per non parlare della sua singolare collezione che conservava il primo numero di uscita di quotidiani, rotocalchi, settimanali, riviste in generale.
Nato e vissuto in un mondo dove la carta rappresentava il cuore pulsante dell’informazione, era comunque incuriosito da internet, dalla multimedialità, dal fenomeno della rete: non li contestava a prescindere, ma aveva imparato, prima di molti altri, a coglierne le opportunità. Infatti i suoi ultimi volumi si potevano trovare e scaricare direttamente dalla rete.
Libri, editoriali, articoli. Questo era il mondo di Gianni Rigodanza, che amava raccontarlo con piglio arguto e sottile, attingendo all’incredibile mole di curiosità e notizie che nel tempo aveva raccolto. Una cronaca a volte minuta, certamente locale, ma non localista o provinciale, che sapeva abbracciare i vasti orizzonti della cultura e del sapere.
E poi c’era Caselle. La sua città. L’altro polo di attrazione. Descritta, amata, raccontata, a volte anche criticata. Ma sempre nel cuore. Rigodanza con il sorriso aperto e leale verso gli altri e lo sguardo pronto a cogliere anche un minimo particolare dal volto del suo interlocutore, ricordava a chi aveva il piacere di incrociarlo per le vie della sua amata Caselle: «Se nella mia vita non avessi potuto scrivere sui giornali, avrei scritto sui muri» il tutto condito dalla sua fragorosa e spontanea risata.
E ci crediamo Gianni. Ti immaginiamo ora a scrivere un altro pezzo, fra le nuvole. Naturalmente in una posizione non troppo comoda. Perché ad adagiarsi si fa in fretta. E un giornalista, al contrario, deve sempre essere da pungolo, deve essere scomodo. E tu in questo sei stato un maestro.
Nadia Bergamini e Davide Aimonetto porgono le più sentite condoglianze alla moglie Salvina Giacoletto, ed ai figli Massimo e Cristina, per la scomparsa di Gianni, amico e collega.