Il CIT - Consorzio Intercomunale Torinese - sbaglia nella raccolta dei dati del recente censimento effettuato e diffida 160 famiglie rendedo loro la vita un inferno. Una diffida che l’assessore alle Politiche Sociali Gerlando Bontà bolla come «sproporzionato e ingiustificato». La vicenda era stata portata in Consiglio comunale dal consigliere di minoranza Andrea Fontana (Caselle Futura) invitando l'Amministrazione Marsaglia ad intervenire.
Detto fatto. Nei giorni scorsi Bontà, presa carta e penna, non ha esitato ad inviare al CIT una lettera ufficiale di dissenso chiedendo di tutelare le famiglie coinvolte.
La diffida del CIT e il caso in Consiglio comunale
Tutto è nato da un aggiornamento dei dati anagrafici richiesto dal CIT agli inquilini del complesso residenziale. A causa di un disguido organizzativo interno al Consorzio, circa 160 nuclei familiari di Caselle risultavano non aver risposto al censimento, nonostante avessero invece adempiuto regolarmente. Di conseguenza, nelle scorse settimane il CIT ha inoltrato a tappeto una diffida formale a queste famiglie, sollecitandole a regolarizzare la propria posizione.
L’invio massivo di lettere di diffida ha destato preoccupazione e malumore tra i residenti, che si sono visti contestare una presunta inadempienza “a sorpresa”. Il consigliere Fontana ha quindi sollevato il caso durante una recente seduta consiliare, chiedendo chiarimenti sulla vicenda e sulle ragioni di un provvedimento percepito come ingiusto. L’intervento di Fontana in aula ha portato la questione all’attenzione della giunta comunale, spingendo l’Amministrazione a prendere posizione sulla faccenda.
La reazione di Bontà: «la responsabilità non ricada sui cittadini»
L’assessore Bontà è, quindi, intervenuto con fermezza in difesa dei residenti del complesso. In una lettera inviata ai vertici del CIT, ha espresso dissenso per la scelta di ricorrere a una diffida generalizzata, giudicandola una misura eccessiva nei confronti di famiglie già provate dalle difficoltà quotidiane. «Le 160 famiglie già gravate dalle difficoltà quotidiane si sono trovate a dover far fronte ad un ulteriore stress dovuto ad una situazione amministrativa che non è dipesa da loro. La responsabilità per questi errori non può e non deve quindi ricadere su chi ha solo cercato di adempiere ai propri doveri con correttezza», ha scritto, sottolineando come i nuclei abbiano agito in buona fede e non debbano subire pressioni per errori altrui.
Bontà ha, inoltre, evidenziato che l’errore nel censimento dei dati è da imputare al Consorzio e che situazioni simili andrebbero gestite in modo ben diverso. Secondo l’assessore, di fronte a un disguido amministrativo sarebbe opportuno adottare un atteggiamento collaborativo anziché punitivo: «un errore nel censimento deve essere affrontato con un approccio collaborativo e un comportamento più rispettoso e comprensivo nei confronti dei cittadini», ha aggiunto nella sua lettera. Bontà ha quindi richiamato il principio per cui i cittadini devono restare al centro dell’azione amministrativa: «i cittadini devono rimanere il cuore delle nostre azioni e non possono essere messi in difficoltà per disguidi che non dipendono da loro», ha concluso, ribadendo che la collettività non può pagare le conseguenze di inefficienze organizzative.
Chiesto l’intervento immediato del CIT
Nella sua lettera, l’assessore ha chiesto un intervento immediato da parte del CIT per sanare la situazione. In particolare sollecita il Consorzio a rimuovere ogni pressione ingiustificata sulle famiglie interessate e a collaborare con il Comune per correggere i dati errati all’origine del problema. L’obiettivo, rimarcato dall’assessore, è risolvere rapidamente la vicenda senza ulteriori disagi per chi abita nel complesso CIT.
L’Amministrazione auspica ora che il Consorzio Intercomunale Torinese accolga la richiesta e adotti un approccio più dialogante e una tempestiva rettifica dell’errore permetterebbero di chiudere il caso, per restituire serenità alle famiglie coinvolte e ripristinare un clima di fiducia e collaborazione tra ente gestore e cittadini. In attesa di una risposta ufficiale da parte del CIT, le 160 famiglie di Caselle restano in fiduciosa attesa di chiarimenti e di una soluzione definitiva al disguido.