In una Torino e un'Italia scosse da cortei, scioperi e manifestazioni che richiamano l’attenzione sul dramma in Medio Oriente e sul conflitto israelo-palestinese, Caselle sceglie di rispondere con un gesto simbolico e potente: la nascita del Girotondo della Pace.
Domenica 12 ottobre, a partire dalle 10.30, la città svelerà il nuovo monumento, chiara e indelebile testimonianza del “no” di Caselle alla guerra e a qualsiasi forma di sopraffazione. Un messaggio che arriva forte e diretto in un momento storico in cui le piazze si infiammano e la richiesta di pace si fa sempre più urgente.
Il corteo inaugurale prenderà il via alle 11.30 da piazza Boschiassi e attraverserà la città fino a strada Aeroporto, dove sarà scoperta l’opera simbolica. Un percorso che non sarà solo fisico, ma profondamente simbolico: dalla piazza cuore della comunità fino al luogo scelto per ospitare un monumento che appartiene a tutti.
Il progetto, frutto di un confronto tra l’Amministrazione e le associazioni cittadine durante la riunione programmatica del 18 settembre scorso, è stato reso possibile grazie al contributo volontario degli alpini, che hanno curato l’intervento di pitturazione delle panchine.
Alla cerimonia parteciperanno le associazioni del territorio, invitate a deporre un proprio simbolo identificativo sulle sedute che circondano l’opera: un gesto semplice ma ricco di significato, un mosaico di segni che racconta l’identità plurale e solidale di Caselle.
Il sindaco Giuseppe Marsaglia e la sua giunta sottolineano che il monumento non è solo un’opera artistica, ma un impegno collettivo: «Un segnale forte, che ribadisce come la nostra comunità voglia essere presidio di pace in un mondo che sembra dimenticarla».
Tra tensioni, bandiere e slogan che attraversano le piazze italiane, Caselle si stringe dunque intorno a un simbolo destinato a diventare punto di riferimento civile e culturale. Il Girotondo della Pace non è soltanto un’inaugurazione: è un messaggio universale che parte da una piccola città piemontese, ma parla a chiunque creda che la pace non sia mai un’utopia.

