C'è chi si arrende e chi invece decide di reagire. In un'epoca in cui il commercio di vicinato vive una delle crisi più profonde della sua storia recente, il Comune sceglie di non rimanere fermo a guardare. Saracinesche abbassate, locali sfitti da anni e abitudini di consumo cambiate in modo radicale: il quadro è noto, ma non per questo immutabile.
Ecco perché negli ultimi tempi l'Amministrazione, guidata dalla sindaca Elena Piastra, ha messo in campo un ventaglio di azioni concrete per tentare una strada diversa, fatta di piccoli segnali e grandi scelte. Un piano che punta su tre parole chiave: rigenerare, premiare, attrarre.
La misura più coraggiosa, annunciata in questi giorni, riguarda l’esenzione totale dalla TARI per il 2025 per tutte le nuove attività che apriranno in locali sfitti da almeno sei mesi. Un incentivo economico forte, senza precedenti nell’area metropolitana di Torino, che si rivolge in particolare ai giovani imprenditori: per gli under 35 non è richiesto nemmeno il requisito dei sei mesi di sfitto. Una scelta netta, che va ben oltre le agevolazioni parziali previste da altri Comuni. L'obiettivo è chiaro: rimettere in circolo spazi vuoti, combattere il degrado urbano e far tornare la vitalità nei quartieri.
Cultura e creatività: le nuove armi contro la desertificazione commerciale
Ma la strategia settimese non si ferma all’incentivo fiscale. Da mesi si lavora per riportare energia e identità nelle strade della città, anche attraverso la cultura. In piazza Campidoglio, da anni simbolo di fragilità commerciale, qualcosa si muove: l’ex piadineria, chiusa e abbandonata da tempo, è stata trasformata da ECM in uno spazio espositivo dedicato alle arti figurative. Il progetto si chiama Settimo in Mostra e vuole essere molto più di una semplice galleria: un luogo aperto alla cittadinanza, dove l’arte incontra il tessuto urbano e lo trasforma. Piazza Campidoglio, mai davvero decollata sul piano commerciale, prova così a reinventarsi come nuovo polo culturale, capace di attrarre non solo consumatori, ma anche curiosi, creativi e cittadini in cerca di bellezza.
La vetrina come specchio di una città viva
A fare da cornice a questo fermento c’è poi un’attenzione crescente alla cura dell’immagine urbana. Un esempio? Il concorso per le vetrine più belle, iniziativa che si svolge due volte l’anno e che premia i negozianti che scommettono sull’estetica, sull’identità e sulla qualità visiva dei propri spazi. I premi – in denaro – devono essere reinvestiti nel punto vendita, innescando così un meccanismo virtuoso tra bellezza e sostenibilità. Una piccola grande intuizione che contribuisce a ridare dignità e attrattività al commercio di prossimità, oggi spesso penalizzato da una percezione di trascuratezza e marginalità.
I giovedì di luglio: la città che si risveglia di notte
E poi c’è la dimensione sociale, quella che restituisce alle persone la voglia di vivere la città. Tornano, infatti, i "Giovedì di luglio", con i negozi aperti fino a mezzanotte: un appuntamento amato da commercianti e cittadini, capace di trasformare per qualche sera l’esperienza d’acquisto in un’occasione di incontro, passeggio e condivisione. In un momento storico in cui le scelte d'acquisto si fanno sempre più solitarie e digitali, questa iniziativa rimette al centro la relazione tra persone, la dimensione umana del commercio, la bellezza semplice del negozio sotto casa.
Una sfida ancora tutta aperta
Nessuno si nasconde la complessità della sfida. Il commercio di vicinato non si salva in un giorno, né con un singolo provvedimento. La crisi è strutturale, profonda, legata a dinamiche globali. Ma ciò che emerge con chiarezza è la volontà politica e culturale di reagire. Con idee, con investimenti, con una visione che va oltre l’emergenza. Settimo, con questo mix di misure concrete e rigenerazione culturale, prova a riscrivere il destino delle sue strade e delle sue botteghe. Non è detto che basti, ma è certo che – in un panorama spesso segnato da immobilismo – questa è una città che non si arrende.