Mar, 19 Ago, 2025

Nanoplastiche e cuore sotto attacco: sostanze chimiche comuni nella plastica e nei cosmetici legate a centinaia di migliaia di morti per malattie cardiovascolari

Nanoplastiche e cuore sotto attacco: sostanze chimiche comuni nella plastica e nei cosmetici legate a centinaia di migliaia di morti per malattie cardiovascolari

E' un nuovo fattore di rischio cardiovascolare. Si tratta degli ftalati, una classe di sostanze chimiche ampiamente utilizzate come plastificanti in un'ampia varietà di prodotti di consumo e industriali. La loro onnipresenza comporta una costante esposizione umana attraverso diverse vie, tra cui l'ingestione, l'inalazione e l'assorbimento cutaneo.

Negli ultimi anni, crescenti evidenze scientifiche hanno suggerito un potenziale legame tra l'esposizione agli ftalati e un aumentato rischio di diverse patologie, incluse quelle cardiovascolari. Questo articolo si propone di esaminare criticamente le attuali conoscenze scientifiche sul rischio di patologie cardiovascolari associato all'esposizione agli ftalati, identificare le principali fonti di esposizione, discutere strategie di prevenzione e analizzare i risultati degli studi scientifici più recenti. 

Gli ftalati sono presenti in numerosi prodotti di uso quotidiano, tra cui materiali plastici (contenitori per alimenti, pellicole per imballaggio, tubi flessibili in PVC, pavimenti vinilici, rivestimenti murali, giocattoli), cosmetici e prodotti per la cura personale (profumi, lozioni, shampoo, smalti per unghie), prodotti per la casa (sigillanti, adesivi, vernici, detergenti profumati, tende da doccia in vinile, tappezzeria di mobili) ed alimenti che possono contaminarsi durante la lavorazione, l'imballaggio e la preparazione, in particolare alimenti grassi come latticini, carne e fast food.

A causa della loro natura non legata chimicamente ai materiali in cui sono utilizzati, gli ftalati possono facilmente migrare e contaminare l'aria, la polvere domestica, gli alimenti e l'ambiente. Negli ultimi anni, un numero crescente di studi epidemiologici e sperimentali ha suggerito un'associazione tra l'esposizione agli ftalati e un aumentato rischio di patologie cardiovascolari. I meccanismi attraverso i quali gli ftalati potrebbero esercitare i loro effetti dannosi sul sistema cardiovascolare sono ancora oggetto di intensa ricerca, ma diverse ipotesi sono state avanzate: infiammazione, disfunzione endoteliale, stress ossidativo, alterazioni ormonali ed aterosclerosi.

Uno studio appena pubblicato sulla rivista eBioMedicine (aprile 2025) ha stimato che l'esposizione agli Ftalati potrebbe aver contribuito a oltre 356.000 decessi per malattie cardiovascolari nel 2018 nella fascia di età 55-64 anni. Questo studio ha evidenziato come le regioni dell'Asia, del Medio Oriente e del Pacifico abbiano registrato la quota maggiore di decessi attribuibili all'esposizione a questo ftalato. Un altro studio recentissimo, pubblicato su Frontiers in Public Health, ha esaminato la relazione tra i metaboliti urinari degli ftalati e la prevalenza di malattie cardiovascolari in pazienti con malattia renale cronica, riscontrando associazioni positive tra diversi metaboliti e un aumentato rischio di CVD. 

Ridurre l'esposizione agli ftalati è una strategia chiave per la prevenzione del potenziale rischio cardiovascolare associato. Alcune misure preventive che possono essere adottate a livello individuale includono:
Ridurre l'uso di plastica: preferire contenitori in vetro, acciaio inossidabile o ceramica per la conservazione degli alimenti e delle bevande. Evitare di riscaldare cibi e bevande in contenitori di plastica, soprattutto nel microonde.
Scegliere prodotti senza ftalati: optare per cosmetici, prodotti per la cura personale e detergenti privi di ftalati. Leggere attentamente le etichette e cercare diciture come "phthalate-free". Prestare attenzione alla voce "fragrance" o "parfum" negli ingredienti, che potrebbe nascondere la presenza di ftalati.
Evitare alimenti trasformati e confezionati: preferire alimenti freschi e ridurre il consumo di cibi pronti, fast food e alimenti confezionati in plastica.
Migliorare la qualità dell'aria interna: aerare frequentemente gli ambienti domestici per ridurre l'accumulo di polvere contaminata da ftalati.
Scegliere materiali alternativi: preferire tende da doccia in tessuto naturale anziché in PVC. Optare per pavimenti e rivestimenti murali in materiali diversi dal vinile.
Lavare frequentemente le mani (non mi stancherò mai di sottolinearlo): una buona igiene delle mani può aiutare a rimuovere eventuali residui di ftalati oltre che di virus, funghi e batteri.

Le crescenti evidenze scientifiche suggeriscono un legame tra l'esposizione agli ftalati e un aumentato rischio di patologie cardiovascolari attraverso meccanismi complessi che coinvolgono infiammazione, disfunzione endoteliale, stress ossidativo e alterazioni ormonali. Studi recenti hanno fornito stime preoccupanti sull'impatto dell'esposizione agli ftalati sulla mortalità per malattie cardiache a livello globale. Le attuali conoscenze sottolineano l'importanza di adottare misure preventive per ridurre l'esposizione a queste sostanze chimiche onnipresenti.

La consapevolezza dei consumatori, la scelta di prodotti più sicuri e l'implementazione di politiche più restrittive sull'uso degli ftalati rappresentano passi cruciali per proteggere la nostra salute.

Crediti: www.ambienteinsalute.it 

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