Può influenzarne la memoria, le funzioni motorie e i comportamenti appresi
Gli animali che vivono nelle nostre case hanno un'esistenza mediamente più lunga rispetto a quanto accadeva anche soltanto 20 o 30 anni fa. Questo è dovuto alle migliori condizioni di vita, alla migliore alimentazione ed alla notevole attenzione medica e sanitaria, con tutti gli sviluppi scientifici di cui la Medicina veterinaria ha goduto negli ultimi decenni.
È ovvio però che l’allungarsi della vita ha portato con sé anche le problematiche legate alla terza età, molto simili a quelli degli esseri umani.
Anche i nostri animali possono soffrire di disturbi comportamentali paragonabili alla cosiddetta demenza senile, che nel cane assume il nome di disturbo da disfunzione cognitiva.
I sintomi, o perlomeno alcuni di essi, sono: alterazione del normale ritmo sonno/veglia, disorientamento, abbaiare continuo senza un motivo, difficoltà ad eseguire esercizi che prima erano facilmente eseguiti, stati di ansia, eliminazione inappropriata.
Sono problemi di non agevole soluzione, ma con l’aiuto del veterinario e del comportamentalista possiamo dare una mano al nostro amico.
Saranno necessari integratori alimentari, a volte anche terapie farmacologiche vere e proprie, oltre ad un costante esercizio cognitivo al fine di mantenere in forma i neuroni.
Bisogna comunque saper accettare il passare del tempo e le sue inevitabili conseguenze, così evidenti anche nei nostri animali. Quello che poco tempo fa era un cucciolo vivace ora è un anziano che va per questo seguito ancora di più e meglio, al fine di garantirgli una serena vecchiaia.