Una patologia cronica che non si cura, ma che si può controllare se viene trattata con attenzione
L’asma felina è una patologia che colpisce le vie aeree profonde (i cosiddetti bronchioli), che interessa principalmente gatti di età adulta ed ha una prevalenza di circa l’1%.Trattandosi di una patologia cronica, non esiste una cura che possa guarire definitivamente l’animale, tuttavia lo scopo delle terapie che vengono messe in atto è quello di tenere sotto controllo i sintomi e consentire al gatto di condurre una vita normale.
Ci sono diversi fattori coinvolti nello sviluppo dell’asma felina, in primis un fenomeno di ipersensibilità delle vie aeree più profonde nei confronti di comuni allergeni ambientali quali polveri, profumi, muffe, fumo di sigaretta o sostanze chimiche irritanti, che portano ad una reazione infiammatoria esagerata. Oltre alle cause allergiche esiste inoltre una predisposizione genetica nelle razze orientali, come ad esempio il Siamese. Ciò che ne deriva è un fenomeno chiamato broncocostrizione, ovvero un meccanismo difensivo messo in atto dall’organismo che ha lo scopo di impedire l’ingresso di sostanze irritanti tramite la contrazione della muscolatura liscia. Oltre a questo, a livello di vie aeree profonde vengono prodotte ingenti quantità di muco, che vengono espulse mediante lo sviluppo della tosse. L’insieme di questi eventi determina una riduzione dell’afflusso di aria negli alveoli, deputati allo scambio di ossigeno con il sangue, con conseguente difficoltà respiratorie da parte del gatto.
Come è facile pensare, la sintomatologia è prettamente di tipo respiratorio e può insorgere in concomitanza al contatto con una delle sostanze allergizzanti sopracitate o può comparire in assenza di apparenti fattori scatenanti. Fra un attacco respiratorio e l’altro (crisi asmatica) il gatto può risultare asintomatico.
I segni clinici dell’asma sono estremamente variabili anche se sono descritti due quadri principali: la crisi asmatica acuta e il quadro cronico caratterizzato da tosse e alterata meccanica respiratoria. Gatti con crisi asmatica acuta possono presentare una respirazione a bocca aperta, tachipnea (aumento della frequenza respiratoria), alterata meccanica respiratoria (dispnea).La malattia cronica è caratterizzata da accessi di tosse a varia intensità e frequenza, tanto che spesso la malattia viene ignorata per lunghi periodi, permettendo modifiche permanenti alle vie respiratorie inferiori. In aggiunta a queste classiche presentazioni si stima che una percentuale variabile dal 10 al 15% abbia come sintomo prevalente sforzi di tosse secca seguita da vomito, cosa questa spesso confusa con problema prevalentemente gastroenterico (tentativi di espulsione di tricobezoari).
I principali segni clinici
- tosse, anche ad accessi ripetuti e con possibile fuoriuscita di muco biancastro
- dispnea, ovvero difficoltà respiratoria più o meno grave, accompagnata spesso da rumori come i sibili
- spossatezza e letargia
- disappetenza
- fame d’aria e labbra e/o gengive bluastre, nei casi molto gravi in cui si rende evidente il mancato ingresso di normali quantità di ossigeno nei polmoni.
Purtroppo, non esiste un unico test che consenta di diagnosticare con certezza questa patologia, bensì la diagnosi viene fatta per esclusione, ovvero andando ad eseguire indagini diagnostiche volte ad escludere altre patologie con presentazioni simili come infezioni batteriche, patologie cardiache, corpi estranei migranti, parassitosi polmonari o tumori.
Ecco gli step diagnostici più comunemente effettuati dal veterinario
- Anamnesi accurata con il proprietario del gatto, che sarà colui che potrà fornire tutte le informazioni inerenti all’ambiente in cui il gatto vive e alle sostanze con cui può potenzialmente entrare in contatto. Egli conosce al meglio il suo comportamento in ambiente domestico e può dunque raccontarlo o documentarlo tramite filmati, che saranno utilissimi al veterinario per giungere ad una diagnosi.
- Visita clinica e valutazione della sintomatologia
- Esami del sangue e delle feci (nelle feci possono essere presenti larve di parassiti polmonari)
- Radiografie del torace
- Eventuale endoscopia delle vie aeree
La cosa fondamentale quando ci si trova di fronte ad uno o più sintomi ascrivibili a questa patologia è contattare subito il proprio veterinario, che è l’unico in grado di scegliere il trattamento più adeguato. Come spiegato all’inizio, il trattamento terapeutico è volto a minimizzare gli effetti causati dall’asma felina e prevenire lo sviluppo di sintomi gravi e potenzialmente rischiosi per la vita. La prima cosa da fare è cercare di intervenire sull’ambiente in cui vive il gatto, ovvero ridurre al minimo o, se possibile, rimuovere completamente gli stimoli allergici presenti.
Ecco alcuni consigli
- Rimuovere profumatori ambientali, incensi o candele profumate
- Allontanare dalle zone maggiormente frequentate dal gatto o tenere in un luogo chiuso detersivi e/o prodotti per la pulizia
- Non utilizzare lettiere troppo polverose o con odori intensi
- Evitare il contatto del gatto con il fumo di sigaretta
Qualora tutto ciò non fosse sufficiente sarà opportuno ricorrere ad una terapia farmacologica, variabile da soggetto a soggetto, a seconda della gravità della patologia e dell’entità dei sintomi clinici ad essa correlati. E’ sempre consigliato intervenire il più precocemente possibile, prima che la situazione sia compromessa. Con il passare del tempo, infatti, il persistere di fenomeni broncocostrittivi ed infiammatori può causare un rimodellamento delle vie aeree con una considerevole e permanente riduzione del loro lume.
In caso di asma felina, comunque, la prognosi risulta generalmente buona, ma richiede una terapia a vita e molta attenzione da parte del proprietario al manifestarsi di episodi acuti, che richiedono sempre l'intervento tempestivo del Medico Veterinario di fiducia.