L'Epifania che tutte le feste si porta rivive nei presepi visitati durante le festività
Un vecchio detto popolare che permane tuttora, dopo un periodo sempre più lungo che inizia subito dopo i Santi, di totale ubriacatura mediatica, commerciale, ossessiva, che ha perso quasi interamente il suo significato religioso e spirituale.
L'Epifania chiude questo ciclo e per chi ancora ci crede si procede a ripulire le nostre case dai simboli che in esse sono comparsi in occasione delle festività. Per quanto mi riguarda il simbolo che maggiormente le caratterizza è il presepe, affiancato da albero di Natale, rigorosamente finto, un albero vero, anche se con radici, è quasi inesorabilmente un “dead man walking” al caldo, senza acqua, surriscaldato dalle luci.
Il presepe rappresenta la famiglia di Nazareth che in viaggio per il censimento si trova a cercare rifugio nell'imminenza del parto di Maria. Dopo avere a lungo inutilmente girovagato Giuseppe trova una stalla con un bue ed un asino, un giaciglio di fortuna. Quanti significati in tutto ciò, quanti messaggi per chi vuole leggerli ed intenderli; attorno a quella capanna giungono in molti all'annuncio della nascita, o meglio rinascita.
Oggi le vecchie statuine, a volte finite in soffitta o sotto uno scaffale, scampate a traslochi, finite in mano a bambini che non conoscendone il significato le hanno un po' trasformate, sono l'essenza del Natale, per chi ci crede. In questi ultimi anni il presepe ha ritrovato parecchia importanza, è tornato in molte case, molti paesi si trasformano è diventano un grande presepe a loro volta creando quella magica atmosfera che questa vecchia storia, un po' favola e un po' magia, sa sempre regalarci.
Epifania, dal greco, significa l'azione di una divinità che palesa la sua presenza attraverso un segno importante. All'Epifania il presepe accoglie tre ospiti illustri, giunti da lontano seguendo la stella splendente, tre saggi astrologi, i Re Magi: Melchiorre, Baldassarre, Gasparre; portano l'oro a simboleggiare la fede, l'incenso la santità, la mirra la passione. Una leggenda li associa a una vecchina riluttante, poi diventata la Befana, che porta doni ai più piccoli. La sua storia inizia nella notte dei tempi e discende da tradizioni magiche precristiane.
Il presepe torna poi nella sua scatola, protetto e custodito sino al prossimo Natale. Ho delle vecchie statuine di argilla, alcune, in pessime condizioni ma per questo a me molto care, alcune mio padre le comprava anno dopo anno al mercato di Porta Palazzo scendendo di corsa dal capolinea del treno della Ciriè Lanzo (allora una vera stazione capolinea di una vera ferrovia) percorso che compiva ogni giorno da Ceres, per salire poi di corsa sul tram 10 direzione Mirafiori. La notte quando rientrava le posava, incartate, sul tavolo della cucina, la mattina era festa nello scartarle, festa grande quando si preparava il piccolo presepe sul davanzale della finestra della cucina, si poggiava il muschio, una capanna con la corteccia, un po' di ghiaino, la farina per simulare la neve, i disegni fatti a scuola appesi ai vetri, un ramo di pino con qualche addobbo, per tutte le feste era l'angolo più bello della piccola casa, modesta ma colma di calore.
Ci sono due piccoli paesi sulle nostre montagne, Chironio, frazione di Locana, un paese che diventa presepe. Sono decine, di forme e materiali diversi, molti recuperi e infinita fantasia.
L'altro è Vru, frazione di Cantoira, anche qui ogni angolo, ogni finestra, ogni stalla rivela un particolare, un rudimentale attrezzo, un vecchio utensile, ricordi di una quotidianità povera ma ricca dei legami che questi luoghi, presepi autentici, offrivano ai lori abitanti.