Sono giorni difficili per il Comune di San Francesco al Campo, scosso da un'indagine che ha portato al sequestro di documenti e computer in dotazione agli uffici comunali. A seguito del blitz delle autorità, undici persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Tra loro figurano l’attuale sindaco Enrico De Maria, l’ex primo cittadino Diego Coriasco e il comandante della Polizia Locale Carlo Mura.
Ma facciamo un passo indietro. Qualche anno fa, il Comune di San Francesco al Campo ha stipulato una convenzione con i Comuni di Lombardore e San Ponso per la creazione di un comando unificato della Polizia Locale. Proprio da questa iniziativa hanno preso le mosse le indagini, che oggi ipotizzano reati gravi a carico degli indagati: concussione, turbata libertà degli incanti, falso ideologico e peculato.
Al centro dell’inchiesta, coordinata dalla Pm di Ivrea Valentina Bossi, ci sarebbe una presunta gestione irregolare di circa un milione di euro proveniente dalle multe comminate agli automobilisti negli ultimi anni, oltre a modalità discutibili con cui venivano elevate le sanzioni. Sotto la lente anche gli appalti per la riconversione di una villa confiscata alla criminalità organizzata, destinata a ospitare la sede del comando della Polizia Municipale e l’archivio comunale di San Francesco.
Al momento, regna il silenzio negli uffici comunali: nessuna dichiarazione ufficiale è stata rilasciata, in attesa che le indagini facciano piena luce sui fatti. A Lombardore, nonostante le perquisizioni, al momento non risultano persone indagate. Nel frattempo, il 31 marzo è scaduta la proroga triennale per la convenzione del comando unificato della Polizia Locale. La questione ha suscitato la reazione del gruppo di minoranza “Ricambiare si può – Ritorno per il futuro Bili Sindaco”, che ha espresso la propria posizione tramite il capogruppo Michele Deiro: «dopo quanto accaduto tra la Polizia locale e i tre Comuni coinvolti, noi dell’opposizione non vogliamo puntare il dito contro nessuno, ma chiediamo chiarezza per il bene dei cittadini di Lombardore. Sarà la giustizia a stabilire le responsabilità. Una cosa, però, è certa: l’attuale Amministrazione, in carica da sei anni, ha voluto fortemente questo comando unificato, sostenendo che il paese fosse diventato una sorta di Far West. Tuttavia, si è dimostrata incapace di gestirlo. Lombardore oggi appare deserto, come dimostra il declino delle associazioni e il generale impoverimento della vita comunitaria».
La vicenda è tutt'altro che conclusa. Gli sviluppi delle indagini saranno decisivi per il futuro delle amministrazioni coinvolte e per restituire chiarezza ai cittadini.