L’ultimo Consiglio comunale prima della pausa estiva si è trasformato in un caso politico. I capigruppo di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Progetto Civico e Venaria al Centro contestano la legittimità della seduta del 19 giugno: tre pratiche – variazione di bilancio, salvaguardia degli equilibri e Documento unico di programmazione 2026-28, oltre all’adozione del nuovo Piano regolatore da tremila pagine – sarebbero state approvate «in violazione del regolamento» e senza tempo sufficiente per l’esame dei documenti.
L’esposto al Prefetto
Nei primi giorni di luglio le opposizioni hanno protocollato una richiesta di Consiglio comunale straordinario per chiedere le dimissioni del presidente dell’assemblea cittadina e hanno inviato un esposto al Prefetto. «I pareri dei revisori sono arrivati con tempistiche inadeguate, limitando il diritto di analisi dei consiglieri – si legge nella nota congiunta –. Di fronte alle richieste di chiarimento, il presidente ha proseguito unilateralmente i lavori, violando principi di imparzialità e trasparenza».
La replica della maggioranza
Di tutt’altro avviso Andrea Carlomagno, capogruppo della lista civica Venaria Riparte – Fabio Giulivi Sindaco: «Le opposizioni alzano i toni ma le accuse sono fragili. Il regolamento fissa in tre giorni il termine minimo per la trasmissione della variazione di bilancio: scadenza rispettata. Sul Piano regolatore, la documentazione era disponibile nei tempi previsti; sono state convocate tre commissioni e in Consiglio i lavori si sono svolti con tempi raddoppiati. Persino la professionista incaricata ha illustrato il piano rispondendo a ogni domanda».
Carlomagno aggiunge che «la Commissione del 16 giugno, abbandonata dal presidente, si è svolta regolarmente» e accusa la minoranza di «cavillosità» e «sceneggiate» per sabotare il numero legale: «Si teme il confronto sul merito e ci si rifugia nei formalismi».
Il sindaco prende tempo
Il sindaco Fabio Giulivi (centrodestra) ha fatto sapere che replicherà «in un secondo momento». Intanto dalla maggioranza filtra l’irritazione per quella che definisce «una campagna elettorale anticipata», a un anno dalle amministrative. «Dopo quasi cinque anni – conclude Carlomagno – la nostra coalizione è compatta e nel pieno delle sue funzioni: forse è questo che dà fastidio a chi trasforma l’aula in un campo di battaglia permanente».
La palla passa ora al Prefetto e al prossimo Consiglio comunale straordinario, che dovrà decidere se le presunte violazioni meritino conseguenze istituzionali. Nel frattempo il nuovo Piano regolatore resta al centro del dibattito: per l’opposizione è stato «blindato» senza adeguato scrutinio, per la maggioranza rappresenta «un atto strategico discusso a lungo e nel rispetto delle regole».

