I lavori delle Commissioni del Consiglio regionale del Piemonte, che si sono svolte oggi, secondo Gianna Pentenero (PD), Alice Ravinale (AVS), Sarah Disabato (M5S) e Vittoria Nallo (Stati Uniti d'Europa) restituiscono un quadro preoccupante su due fronti chiave per il futuro del territorio: il diritto allo studio universitario e i servizi per la prima infanzia.
A lanciare l’allarme è stata IRES Piemonte, che ha presentato dati allarmanti sull’accesso alle borse di studio e ai servizi EDISU. Secondo una ricerca condotta tra gli studenti delle scuole superiori, meno del 9% conosce l’ente che eroga le borse e solo il 6% sa quali siano i requisiti per ottenerle. Un livello di disinformazione che, secondo gli esperti, contribuisce in modo significativo al mancato accesso ai benefici previsti per il diritto allo studio.
Nonostante questi dati, l’assessora Elena Chiorino, in quota a Frateli d'Italia, non ha manifestato l’intenzione di aumentare le risorse destinate al settore. Al contrario, il consigliere Fabrizio Ricca (Lega), in accordo con la Giunta, ha ipotizzato una stretta sui criteri di assegnazione, destinando i fondi "solo ai piemontesi", una proposta che ha sollevato perplessità in aula.
Eppure, IRES sottolinea come una comunicazione più efficace delle opportunità esistenti potrebbe avere un impatto positivo sulle iscrizioni universitarie, contrastando l’abbandono scolastico e rafforzando gli investimenti sul capitale umano della regione.
Sempre secondo le presidenti dei gruppi di opposizione, non è migliore la situazione sul fronte dei servizi per l’infanzia. In Commissione è intervenuta l’associazione U-Nidi, che ha segnalato le crescenti difficoltà nel mantenere attivi i nidi sul territorio. La legge regionale n. 30 del 2023, approvata con l’intento di sostenere questi servizi, non è mai stata resa attuativa, mancando ancora le linee guida per l’accreditamento. A quasi due anni dalla sua approvazione, l’impasse burocratica rischia di vanificare l’efficacia del provvedimento. «È imbarazzante che non si sia ancora riusciti a dare seguito concreto alla legge» è stato il commento più ricorrente tra gli operatori.
«Il quadro delineato oggi solleva dunque seri interrogativi sulla volontà politica di investire concretamente in istruzione e servizi sociali, due pilastri fondamentali per lo sviluppo e la coesione del Piemonte»