Mer, 30 Ott, 2024

Il mistero della valigetta ritrovata nel sottotetto del Santuario, misteriosa e affascinante capsula del tempo

Il saluto a don Pierantonio Garbiglia che il 15 agosto ha celebrato la sua ultima messa a la Madonnina

Per generazioni di leinicesi, il Santuario della Madonna delle Grazie, conosciuto come “La Madonnina”, è visto come una seconda casa. Un luogo non solo di fede e preghiera. Ma uno spazio che nel tempo ha saputo radicarsi nel cuore di tante persone. Grazie anche ai volontari dell’Amministrazione del Santuario, di anno in anno, le iniziative e le manifestazioni si sono moltiplicate.

Naturalmente il momento clou per tutta la comunità di fedeli, è la celebrazione della festa dell’Assunzione il 15 di agosto. Solennità religiosa e civile che anche quest’anno, nonostante la canicola agostana, ha saputo richiamare un gran numero di partecipanti. Merito anche del ruolo svolto dai priori, Giorgio Emina e Nives Scabini per la cura prestata al Santuario durante la loro carica, accanto ai nuovi priori nuovi: Daniele Rifreddo e Stefania Stevano.

Diverse le iniziative che hanno ruotato attorno alla celebrazione religiosa, l’ultima officiata dall’attuale parroco don Pierantonio Garbiglia, che a fine mese lascia la parrocchia di Leinì per nuovi incarichi.

La mostra dei manifesti dedicati agli ultimi cinquant’anni di priorato al Santuario, ha richiamato molti visitatori. Mai quanti quelli mossi dalla curiosità verso una valigetta ritrovata nel sottotetto dell’edificio religioso e per la prima volta esposta al pubblico. Una sorta di “capsula del tempo”, il cui proprietario, forse un sacerdote, non è stato individuato, come i motivi che portarono all’occultamento di questa valigetta.

«La valigetta in cuoio ha sopportato per decenni il peso delle macerie che la ricoprivano. È un modello tipico che adoperavano i sacerdoti un tempo – spiega
Christan Chiatello tra i volontari dell’associazione ed artefice dell’esposizione dedicata al “misterioso” contenitore - all'interno, come una sorta di capsula del tempo, tanti oggetti interessanti che raccontano di un'epoca ormai lontana. Le grandi banconote da cento lire e le monete da una e due lire, accuratamente risposte, ci portano indietro, attorno agli anni 20/30 del secolo scorso. All'incirca 1700 lire: una somma importante per l'epoca. Anche il bel orologio da taschino marchiato Zenith modello Grand Prix del 1902 si e conservato perfettamente. Abbiamo provato a caricarlo e funziona perfettamente».

E ancora nella valigia, sono stati rinvenuti cinque libri stampati tra il 1876 e il 1898, un testo sulla figura di Gesù Cristo, un messale romano in latino impreziosito sulle bordature in simil oro, un libro sulle Istruzioni Parrocchiali e sul Rosario della Beatissima Vergine Maria.

«ll documento più interessante – precisa Chiatello - è un quaderno manoscritto datato 1836. Al suo interno un lungo elenco di 700 nomi di famiglie leinicesi e non solo. Compaiono anche nominativi di famiglie di Caselle, Volpiano e Lombardore. Sembra che queste persone abbiano partecipato ad una sorta di lotteria perché alla fine dell'elenco è scritto: "Numero sortito 690 Frola Giovanni in casa Riciooglio in Leini". Abbiamo ritrovato anche tre antiche chiavi. Ma nessuna di queste fa parte delle attuali porte presenti nel Santuario. Infine un bel ricordino murale, veramente molto antico, con una piccola stampa ovale della Madonna con il sordomuto Regina inginocchiato a fianco. Sopra l'immagine è scritto "Ricordo", sotto "Santuario B.V. delle Grazie Leyn"».

Insomma, un piccolo, grande mistero legato questo Santuario, che si spera possa essere presto risolto.

Chiunque avesse informazioni o ricordi di famiglia su questo oggetto, non esiti a contattare l’Amministrazionedel Santuario.

La celebrazione ha rappresentato però anche l’occasione per salutare il parroco don Pierantonio Garbiglia ed il vice don Marco Fogliotti. Di questi saluti si è fatto carico il sindaco di Leinì, Renato Pittalis.

«Durante l’omelia, don Pier, tu ha ricordato l’importanza di questo Santuario, percepito da molti leinicesi, quasi come una seconda casa – e poi rivolgendosi ai componenti dell’Amministrazione del Santuario - Una casa, come tutte le case, ha sicuramente bisogno di molta presenza, molta cura, come il lavoro delle persone che la devono accudire in tutte le sue forme e necessità. Per questo io desidero ringraziare davvero il comitato, i Priori attuali, precedenti e tutti coloro che, anche se non sono stati priori, sono vicino a questo Santuario. Come l’Amministrazione che si prende cura di questa casa di tutti i leinicesi. Spero che però anche questa, sia diventata un po’ la tua casa don Pier e che rimanga la tua casa nel futuro. Sarai sempre e comunque cittadino, abitante, “occupante” di questa casa a pieno titolo. Nella tua omelia hai sottolineato molto l’importanza della casa, come luogo di rifugio, ma anche di preghiera».

Poi ha aggiunto «oggi è una giornata importante: è l’ultima volta che celebri la messa nel nostro Santuario. Credo che anche tu sia molto colpito da questo. Nonostante il tuo atteggiamento molto sereno. Dentro ai tuoi occhi ho visto anche un po’ di preoccupazione, commozione. Un sentimento che naturalmente deve albergare nelle figure, che come la tua, sono di riferimento. In questi anni abbiamo lavorato insieme, affrontando anche situazioni che non avremmo mai potuto immaginare. Le abbiamo affrontate con grande determinazioni, attuando delle scelte a volte anche non facili, che sono però anche quelle che una figura importante, una guida spirituale, deve anche saper fare. Io credo di aver imparato molto da te. Non so se questa sia la sede per stilare dei bilanci, ma sicuramente ti va tutta la mia riconoscenza, insieme a quella dei cittadini leinicesi. Affinchè nel tuo futuro ci sia sempre la possibilità di trasmettere quei messaggi, intrisi di determinazione, di voglia di costruire, che tu hai dato prova egregiamente in questa comunità».

 


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