Si svolgeranno domani, sabato 16 novembre, alle 15, presso la chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, i funerali di Girolamo Bavera, Tony per gli amici, scomparso all’età di 73 anni. Prima operaio e poi imprenditore, ha ricoperto anche il ruolo di presidente di una cooperativa edilizia.
Al nome di Bavera sono legati alcuni dei momenti più significativi della storia politica mappanese, a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. Uomo di sinistra, impegnato nell’allora Partito Comunista, arrivò ad ottenere anche diversi incarichi e ruoli amministrativi a Caselle, ma con una attenzione rivolta sempre allo sviluppo delle frazioni mappanesi, fortemente penalizzate in termini di servizi. Sua, alla fine degli anni Ottanta, l’intuizione di dare vita alla Lista Civica Mappano, che alle elezioni amministrative di Caselle, nella frazione allora amministrata dalla città aeroportuale, raggiunse un considerevole consenso fra gli elettori, sbaragliando i partiti politici tradizionali. Compagine civica che da quell’anno, e fino in pratica all’ottenimento dell’autonomia municipale, ha avuto un ruolo centrale nelle varie amministrazioni casellesi che si sono succedute al governo della città.
Ma Tony Bavera è soprattutto ricordato ancora oggi da molti mappanesi, per lo strenuo impegno, profuso nel 1992, a favore dell’unificazione di tutte le frazioni sotto il Comune di Borgaro. Atto amministrativo che avrebbe dovuto essere suggellato dalla volontà popolare, attraverso il referendum del 15 novembre svolto in quello stesso anno. Che fu però bocciato dai cittadini. Sconfitta politica che non ha scalfito comunque l’impegno di Bavera negli anni successivi, a favore di una realtà mappanese ancora divisa in frazioni. Anzi si è caratterizzato, successivamente, a livello cittadino, nella partecipazione diretta alla fondazione del Ulivo e del Partito Democratico.
Figura complessa, talvolta contestata, più che altro per la sua spregiudicatezza politica, in molti però oggi riconoscono, avversari compresi, il suo acume, la sua capacità di analisi dei problemi, scevra da letture ideologiche, ma sempre aperta al confronto, avendo a cuore i tanti piccoli e grandi problemi che affliggevano le frazioni.
Di lui molti ricordano la sua capacità di guardare lontano, realizzando utopie e superando ostacoli, spesso agli occhi degli altri, insormontabili. Non è stato neppure mai tenero con la nascente municipalità, sebbene a lungo invocata. Riconoscendone tuttavia il valore e l’importanza sociale e storica per il risultato straordinario ottenuto, mancato nel 1992. Riteneva però che alcune occasioni non fossero state pienamente raccolte dalla nuova classe politica ed amministrativa mappanese, analizzata con la sua immancabile verve, frutto di quell’impegno e passione civile che ha caratterizzato tutta la sua vita e che aveva come centro indiscusso Mappano.
«E’ stata una figura importante per Mappano ed i suoi cittadini – ricorda il consigliere comunale all’opposizione Valter Campioni – sapeva cogliere le opportunità anche nelle difficoltà, che mai mancavano nelle frazioni. La politica per lui, come per tanti a sinistra, in quel periodo, è stata anche una scuola di vita. Mancherà a tutti il contributo che avrebbe ancora potuto offrire, soprattutto in quella sua capacità di affrontare le questioni non da un punto di vista
puramente ideologico».