Domani, domenica 3 novembre la Reggia di Venaria festeggia il patrono dei cacciatori: la Festa di Sant’Uberto, scandita dal suono dei corni da caccia dell’Equipaggio della Regia Venaria, dell’Accademia di Sant’Uberto. Quest’anno ha ancora più rilievo perché è il trentesimo anniversario della ripresa della Celebrazione della manifestazione.
Alle 10,30 sono è prevista l'esibizione delle fanfare sul sagrato della Cappella di Sant’Uberto; alle 10,45, messa nella Cappella di Sant’Uberto, con accompagnamento musicale di corni da caccia, trombe, timpani della Reale Scuderia e organo. Con l’Equipaggio della Regia Venaria sarà presente quello di Les Trompes de Bonne.
La cerimonia, di diffusione europea, nasce in età medioevale e un tempo fu anche denominata missa canum, messa dei cani, per l’uso di benedire cani e loro padroni alla fine della messa. La tradizione è ancor oggi mantenuta. L’uso di accompagnare momenti della messa con musica, in particolare i corni da caccia, è documentato dal XVIII secolo. Alla celebrazione sarà presente la Società Torinese per la Caccia a Cavallo. Alle 11,30 omaggio musicale a Sant’Uberto con equipaggi di corno da caccia, trombe e timpani della Reale Scuderia e organo: sarà un momento da vedere e vivere.
L’11 maggio 1995 la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte aveva organizzato in Reggia il convegno Memoria e Futuro, mirato al recupero della residenza, un dibattito aperto sulla destinazione d’uso futura, accompagnato da eventi musicali e legati all’identità del luogo. Parteciparono anche alcuni rappresentanti del gruppo che nel 1996 avrebbe fondato l’Associazione Percorsi, oggi Accademia di Sant’Uberto, che lasciarono quattro contributi agli atti del convegno, già indicativi del lavoro futuro: il loisir di corte tra passato e attualità, il cavallo, le cacce reali e la musica dei corni da caccia. Lo stesso gruppo contribuì al convegno anche con la proposta di celebrare la
prima messa di Sant’Uberto nella omonima cappella, dopo anni di silenzio.
La ripresa della festa di Sant’Uberto nel 1995 e poi ufficialmente dal 1996, già menzionata da Amedeo di Castellamonte (1674) e nel Theatrum Sabaudiae (1682), è stata concordata con la Reggia, la città di Venaria Reale e la Curia Metropolitana, non solo per promuovere il restauro della Residenza, anche attraverso la musica rappresentativa dello “spirito del luogo”, ma per ritrovare poi un comune spirito di partecipazione attuale. Le reliquie di Sant’Uberto Martire, dono di papa Clemente IX a Carlo Emanuele II per la Venaria Reale, si trovavano dal 1669 nella cappella della Reggia. Per espresso volere del Pontefice, l’edificio religioso che le ospitava doveva essere accessibile non solo dall’interno del palazzo, ma da tutti i fedeli, per rendere possibile la venerazione anche a chi non apparteneva alla corte; una possibile motivazione dell’apertura della chiesa di corte della Venaria verso la piazza, non solo cappella riservata alla corte, interna al palazzo.
Cessata la funzione di residenza reale della Venaria, dal 1819 la reliquia è conservata a Stupinigi, nella chiesa della Visitazione di Maria Vergine, sulla piazza della Palazzina di Caccia, per volontà di Vittorio Emanuele II. La ripresa della cerimonia ha inteso conservare anche ai nostri giorni questo spirito di condivisione tra Reggia e borgo venariese.
E, domani la Reggia sarà aperta fino alle 19,30 per consentire al pubblico oltre la visita all'edificio sabaudo, patrimonio Unesco, di visitare le esposizioni di arte contemporanea e le mostre recentemente inaugurate “Tolkien. Uomo, Professore e Autore” e “Blake e la sua epoca”, ma anche di ammirare il fascino del foliage autunnale nei Giardini, gli Appartamenti Reali del Castello della Mandria, partecipare alla Festa di Sant’Uberto e alle attività per famiglie in programma.