Si è conclusa domenica 14 settembre, a Venaria, la Festa dell’Unità organizzata dal Circolo Madri Costituenti. Tre giornate di dibattiti culturali e politici, molto partecipate, che hanno visto tra i protagonisti diversi esponenti territoriali del Partito Democratico: Gaetano Amato, i consiglieri comunali Stefano Mistroni e Raffaele Trudu, la consigliera metropolitana Rossana Schillaci e il vicepresidente della commissione sanità regionale, Daniele Valle.
Sul palco è salito anche il presidente nazionale del Pd ed europarlamentare Stefano Bonaccini, intervistato dalla giornalista Carla Pirlo Mander.
“Le parole pesano: non diventiamo nemici”
Al centro del suo intervento, il clima politico surriscaldato dalle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni sul caso statunitense legato a Charlie Kirk, sostenitore di Trump. Bonaccini ha ammonito: «Attenti alle parole, perché spesso si trasformano in fatti che degenerano in violenze e tragedie. Guai a esultare per la morte di qualcuno solo per le sue idee politiche: è vergognoso. Gli avversari non devono mai diventare nemici». E ancora: «Meloni ha sbagliato. Avrebbe dovuto invitare anche i suoi a non incitare all’odio. Il Pd, nato dai partiti che hanno scritto la Costituzione e combattuto il terrorismo, non può accettare toni incendiari come quelli che la Lega di Vannacci utilizza perfino in Parlamento europeo».
L’alternativa alla destra
Guardando alle prossime elezioni, Bonaccini ha ribadito la necessità di costruire un progetto alternativo: «Tra due anni il Paese tornerà al voto. Non basta parlare male della Meloni: serve un’idea di Italia che guardi a tutti i cittadini, non solo a un’élite. Bisogna pensare anche a lavoratori autonomi, artigiani, commercianti, e alla sicurezza delle città. L’unità è importante, ma serve anche una leadership forte, radicata nei territori». Con un pizzico di ironia, ha aggiunto: «Io non parlo di ‘campo largo’, preferisco dire Campogalliano. La destra, pur divisa, al momento del voto si presenta compatta: dovremmo imparare da loro».
Diritti civili e sociali
Bonaccini ha insistito sull’importanza di affiancare ai diritti civili quelli sociali: «Per anni ci siamo accontentati di parlare nei circoli, tra chi la pensa come noi. Bisogna sfidare chi non è d’accordo. Più che un congresso, serve un’assemblea aperta anche ai non iscritti. E se non torneranno le preferenze, proporrò le primarie». Da amministratore, il presidente Pd ha ricordato l’importanza della presenza sul territorio: «Bisogna scendere in piazza, parlare con le persone. Vorrei che i dirigenti del partito guardassero anche ai piccoli comuni come Venaria. A Genova, con Cecilia Salia, abbiamo imparato la lezione e siamo riusciti a conquistare il sindaco». Infine, uno sguardo all’attualità internazionale. Bonaccini ha definito «una vergogna» il mancato riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina: «Putin e Netanyahu sono dittatori. L’Italia, come Francia e Spagna, dovrebbe chiedere lo stop immediato e definitivo delle forniture militari a Israele».