«Dovremmo metterle tutti» mi disse, scherzando, tempo fa un collega chirurgo vascolare. Le calze elastiche sono in effetti una terapia spesso sottovalutata, ma estremamente importante in numerose patologie.
Si tratta di calze a compressione utili per prevenire e per trattare diverse patologie circolatorie. Il loro principale obiettivo è migliorare il ritorno venoso, riducendo il rischio di complicanze.
Alcune delle indicazioni principali includono:
- l’insufficienza venosa cronica, dove permettono di migliorare il flusso sanguigno nelle vene e ridurre il gonfiore, la sensazione di pesantezza e il rischio di formazione di trombi.
- le vene varicose, cioè vene dilatate o nodose, la cui compressione facilita il ritorno venoso e riduce il dolore.
- la prevenzione della trombosi venosa profonda (TVP) in situazioni a rischio come nei lunghi viaggi aerei o in seguito ad interventi chirurgici.
- la gravidanza, soprattutto nel terzo trimestre
- il trattamento e la prevenzione dei linfedemi.
- post-chirurgia e post-trauma per prevenire il gonfiore e a favorire il recupero.
Le calze elastiche non sono tutte uguali; vengono infatti classificate in base alla pressione che esercitano sulla gamba e al tipo di applicazione. Le principali tipologie includono:
- Calze a bassa compressione (8-15 mmHg), indicate per situazioni di lieve insufficienza venosa, gonfiore occasionale e per prevenire la stasi venosa in persone che trascorrono molte ore in piedi o sedute.
- Calze a compressione media (15-20 mmHg), utilizzate per le vene varicose lievi, la sindrome delle gambe pesanti e per la prevenzione della trombosi venosa negli ambienti a rischio, come durante i lunghi viaggi.
- Calze a compressione elevata (20-30 mmHg), consigliate per l’insufficienza venosa cronica moderata, edema, ulcere venose, e per il trattamento della TVP.
- Calze a compressione molto elevata (30-40 mmHg), utilizzate per le forme più gravi di insufficienza venosa, edemi importanti e per il trattamento di ulcere venose non cicatrizzate.
- Calze anti-emboliche (compressione 10-15 mmHg) che vengono spesso usate in ospedale per i pazienti allettati, per prevenire la TVP, riducendo il rischio di embolia polmonare.
Pochi sanno però che anche le calze elastiche hanno alcune controindicazioni ed è per questo che è sempre necessaria la prescrizione medica. Tra le principali controindicazioni vi sono l’arteriopatia periferica, le infezioni cutanee, allergie o irritazioni cutanee, malattie dermatologiche: quali eczemi o psoriasi, patologie cardiache non controllate.
La scelta della tipologia di calza e della giusta compressione deve essere effettuata quindi in base alla diagnosi medica e alle necessità del paziente. Sebbene siano generalmente sicure, le calze elastiche devono essere utilizzate con cautela in presenza di determinate condizioni mediche, e sempre sotto il controllo del proprio medico.