Dom, 8 Set, 2024

Frattura a legno verde. Tipica nei bambini e negli adolescenti, si verifica su ossa giovani, ricche di cartilagine

Frattura a legno verde. Tipica nei bambini e negli adolescenti, si verifica su ossa giovani, ricche di cartilagine

La frattura a legno verde si verifica prevalentemente nei bambini e negli adolescenti: le ossa dei soggetti giovani sono infatti più elastiche, hanno una maggiore presenza di cartilagine ed una struttura ossea meno mineralizzata. Questo tipo di frattura prende il nome dalla somiglianza con la frattura di un ramo verde, che si piega e si spezza solo parzialmente, mantenendo una parte intatta.

La causa più frequente è la caduta in avanti tipica dell’attività sportiva, motivo per il quale in questo periodo estivo se ne vedono molte di più. In queste fratture una parte dell'osso si rompe mentre l'altra si piega senza spezzarsi completamente. Questo tipo di frattura è più comune nelle ossa lunghe, come quelle dell'avambraccio (radio e ulna).

La diagnosi di una frattura a legno verde si basa su un'accurata valutazione clinica e, soprattutto, radiologica. I sintomi e segni includono dolore, edema, limitazione dei movimenti e deformità visibile nella zona interessata. Può capitare però, in alcuni casi, che il bambino non avverta alcun sintomo o lo avverta a distanza di alcune ore dal trauma. La conferma diagnostica avviene tramite la radiografia (RX), che mostra la frattura parziale e la curvatura dell'osso. La corretta diagnosi è fondamentale per evitare trattamenti inappropriati e dannosi.

Il trattamento delle fratture a legno verde richiede una manipolazione medica accurata per riallineare l'osso e una successiva immobilizzazione con un gesso, un tutore o una stecca. La durata di tale immobilizzazione varia a seconda dell'età del bambino e della gravità della frattura, ma generalmente va dalle 3 alle 6 settimane. In alcuni casi può essere necessario un intervento chirurgico se la frattura è instabile o scomposta.

Le rare complicanze delle fratture a legno verde possono includere la non corretta guarigione (con conseguente deformità ossea) e la riduzione della motilità dell'arto.

Si possono prevenire? In parte si, attraverso una dieta ricca di calcio e vitamina D, ma anche con delle protezioni adeguate durante l'attività sportiva.

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