Gio, 13 Feb, 2025

Giorno del Ricordo. Maria Vallino «dobbiamo fare in modo che quelle lacerazioni appatengano ad un passato irripetibile»

Parola d'ordine non dimenticare, perchè tragici eventi che costarono la vita a migliaia di persone, gettate nelle foibe senza processo,  e a centinaia di migliaia ad abbandonare le loro case e la loro terra non debbano più ripetetersi. Ieri, domenica 9 febbraio, l'Amministrazione sanmaurese ha celebrato il Giorno del Ricordo, istituito 21 anni fa dal Parlamento per ricordare la tragedia degli italiani vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra ad opera del regime del maresciallo Tito dopo la firma del Trattato di pace di Pace di Parigi, 10 febbraio 1947 che confermava l’annessione alla Jugoslavia di quasi tutta la Venezia Giulia e di Zara, già occupate militarmente.

«Il ricordo e la memoria devono produrre anticorpi, e portarci a fare in modo che quelle lacerazioni appartengano a un passato irripetibile - ha esordito la presidente del Consiglio comunale Maria Vallino - Tuttavia assistiamo oggi, al risorgere di conflitti in nome dell’odio, del nazionalismo e del razzismo. Ucraina, Medio Oriente ad altre zone del mondo vedono mettere a dura prova la convivenza, la tolleranza, la pace, il rispetto dei diritti umani. Dobbiamo nuovamente mettere in atto azioni di contrasto contro chi minaccia la libertà, le conquiste democratiche e sociali. Pagine buie della storia, sembrano ahimè volersi riproporre. L’Unione Europea può, anzi deve, essere la concreta e valida direzione di marcia per guardare al futuro con fiducia e speranza. Non dobbiamo costruire barriere ma strade e ponti, vivere la diversità come una ricchezza che produce amicizia e progresso. Le giovani generazioni possono essere la nostra speranza per un futuro migliore».

Antonio Vatta, presidente regionale Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha ripercorso le vicende della propria famiglia, costretta ad abbandonare Zara. Dopo vari trasferimenti, difficoltà e separazioni temporanee Vatta si è stabilito definitivamente a Torino, nel 1951, da dove è iniziato il suo percorso per riconoscere maggiori diritti e tutele ai profughi e agli esuli della Seconda Guerra Mondiale in Italia.

Presente anche alla commemorazione la presidente della VI commissione regionale Cultura e Sport, Paola Antonetto e la sindaca del CCRR, Camilla Di Tanno che ha ricordato il nonno e altri parenti, costretti ad abbandonare la loro terra d'origine e a rifugiarsi in Italia.

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