Si verifica quando la valvola aortica non funziona correttamente e il sangue fatica a passare al suo interno
Lo scorso venerdì 5 aprile a Caselle Torinese si è tenuto un importante incontro tra la Cardiologia dell’Ospedale di Ciriè, diretta dal professor Gaetano Senatore, ed i medici di Medicina Generale del territorio (medici di famiglia). L’incontro ha consentito di discutere di una patologia frequente quale la stenosi aortica: come prevenirla, come diagnosticarla e quali cure vi sono oggi a disposizione.
La stenosi (restringimento) della valvola aortica si verifica quando essa non si apre come dovrebbe, affaticando il cuore che non riesce così a pompare il sangue nel corpo.
In particolar modo durante l’incontro si è parlato di una nuova procedura mininvasiva che ad oggi viene utilizzata nei pazienti con stenosi valvolare aortica severa e sintomatica che hanno più di 75 anni o che presentano delle controindicazioni all’intervento chirurgico, come indicato dalle raccomandazioni ESC/EACTS 2021. Si tratta nello specifico di un impianto transcatetere della valvola aortica (TAVI) che viene eseguito pertanto evitando l’intervento chirurgico classico che prevede l’apertura dello sterno (sternotomia) o la toracotomia.
Proprio nei giorni scorsi, l’8 aprile, la prestigiosa rivista scientifica “The New England Journal of Medicine” ha pubblicato un editoriale dal titolo “Un'altra vittoria per la TAVI nei pazienti a basso rischio”, dimostrando che tale trattamento è risultato efficace e sicuro anche nei pazienti a basso rischio chirurgico. Nello specifico in questo studio che ha coinvolto pazienti con stenosi severa e sintomatica della valvola aortica a rischio chirurgico basso o intermedio, gli studiosi hanno riscontrato che la TAVI non è inferiore al trattamento chirurgico per quanto riguarda la morte per qualsiasi causa. Anzi, il rischio di complicanze e di morte sembrano essere costantemente inferiori tra i pazienti sottoposti a TAVI rispetto a quelli sottoposti alla chirurgia.
Questo studio, non sponsorizzato dall’industria farmaceutica, dimostra che la procedura transcatere è indicata anche nei pazienti a basso rischio operatorio e di età più giovane.
È bene comunque specificare che la strategia di trattamento appropriata rimane soggetta alle considerazioni dei singoli heart team, che da oggi terranno conto di questa nuova opzione terapeutica anche per i pazienti più giovani e a basso rischio chirurgico.

