Lun, 13 Mag, 2024

Ambulanza medicalizzata a Mappano chi l'ha vista. Ad un anno ormai dall'impegno di Azienda Zero resta un miraggio

Ambulanza medicalizzata a Mappano chi l'ha vista. Ad un anno ormai dall'impegno di Azienda Zero resta un miraggio

Eppure la postazione è pronta e l'utenza che ne beneficerebbe è di oltre 50mila unità

Caselle, Borgaro e Mappano, tre territori e tre comunità la cui salute, prima che dal Pronto Soccorso, dovrebbe essere protetta e tutelata dalle ambulanze medicalizzate presenti sul territorio. Così dovrebbe essere, ma così non è, perchè a questo territorio, in realtà, un ambulanza "avanzata" ossia con un medico o almeno un infermiere a bordo, è stata promessa, ma mai, almeno finora, assegnata.

Eppure stiamo parlando di un'area con una popolazione complessiva di oltre 50mila abitanti. Sì avete capito bene! Questa porzione di popolazione così consistente una "medicalizzata" non ce l'ha. Chi abita nei Comuni sopracitati e non solo deve "accontentarsi" delle ambulanze di base, quelle per intenderci composte dai soli soccorritori non sanitari, che sono volontari, per carità formati, ma non sono nè medici nè infermieri.

Questa postazione "avanzata" esiste già e tutto è già pronto per renderla operativa, ma in realtà da oltre un anno non è attiva. Si tratta della postazione Mezzo di Soccorso Avanzato di Base (MSAB) 061, ospitata da marzo del 2023 dalla Croce Rossa di Mappano che dovrebbe coprire il territorio di Caselle, Borgaro e Mappano. I Comuni interessati si sono impegnati a versare 10mila a testa per l'acquisto del nuovo mezzo, l'ambulanza “123AI”, necessaria a svolgere l'attività di Mezzo di Soccorso Avanzato di Base (MSAB).

E quindi cosa si sta aspettando? Sostanzialmente che l'Azienda Zero, ente responsabile della gestione del 118 e partecipata della Regione Piemonte, invii un infermiere per coprire il servizio come è stato fatto altrove. I sindaci dei Comuni interessati e il presidente della CRI mappanese hanno anche provato a mobilitarsi, tant'è che a maggio di un anno fa (un anno...365 giorni!) si è svolto un colloquio tra Picco, commissario straordinario di Azienda Zero, i dirigenti Pappalardo, Occelli e Ghiselli, i sindaci di Mappano, Borgaro, Caselle e Leinì  durante il quale Azienda Zero ha perfino riconosciuto questa evidente carenza manifestando l'intenzione di medicalizzare la postazione nel più breve tempo possibile. E chissà cosa intendesse con "nel più breve tempo possibile" dal momento che ad oggi sono quasi passati 365 giorni (lo saranno il prossimo 18 maggio) e ancora quel impegno non ha trovato riscontro! 

Risultato? Un territorio completamente scoperto in cui,  in caso di necessità devono intervenire le medicalizzate di Cirié, Settimo, Venaria e dell’ospedale Giovanni Bosco, che però sono già ampiamente impegnate sui territori di loro competenza e spesso non riescono a raggiungere il nostro territorio nei 14 minuti previsti dalla legge. 

Tempi di arrivo che mettono seriamente a rischio la vita di chi vive a Mappano, Caselle, Borgaro e Leini, costretto ad essere soccorso da ambulanze di base con personale competente, ma non sanitario.

Questa situazione risulta ancora più paradossale osservando la planimetria della distribuzione dei mezzi di soccorso avanzato che in alcune altre zone della prima cintura di Torino prevede, magari per un agglomerato anche di meno cittadini, uno o più MSAB. Un esempio è la zona Ovest, dove tra Rivoli, Grugliasco e Cascine Vica ci sono 3 MSAB per un numero di abitati sovrapponibile, oppure andando ad ampliare lo sguardo nel sistema Piemonte in altre province la situazione non cambia.

Nel Cuneese e nell’Astigiano esistono invece due Comuni con meno di 4.000 abitanti ognuno dotato di MSAB. Si tratta dei comuni di Santo Stefano Belbo e Canelli, che distano meno di 9 km l’uno dall'altro, entrambi dotati di due postazioni avanzate MSAB h24. Coincidenza vuole che questi due comuni siano anche il luogo di nascita e residenza di due degli assessori regionali dell'attuale giunta Cirio, ovvero Icardi e Gabusi.

Sarebbe auspicabile una corretta redistribuzione delle risorse, anche attraverso prestazioni aggiuntive, che garantisca a più di 50.000 cittadini la possibilità di essere soccorsi da personale sanitario nei tempi previsti dalla legge e ai dipendenti e volontari soccorritori delle attuali postazioni di base di essere coadiuvati da personale sanitario nell'espletamento delle loro funzioni. Chissà che le elezioni regionali dell’8 e 9 giugno non portino buon consiglio nei palazzi del potere.

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