Lun, 25 Ago, 2025

Turisti mordi e fuggi, commercianti dimenticati: la Grande Salida della Vuelta a Venaria si trasforma in un’occasione mancata

Turisti mordi e fuggi, commercianti dimenticati: la Grande Salida della Vuelta a Venaria si trasforma in un’occasione mancata

Sventolano bandiere spagnole, olandesi e statunitensi sul cielo della Reggia di Venaria. Un’atmosfera da grande evento internazionale, quello della Grande salida de La Vuelta, partito sabato 23 agosto. La cornice è maestosa, i turisti affollano via Mensa e corso Garibaldi. Ma sotto la vernice scintillante di fotografie ufficiali e passerelle istituzionali resta una domanda che brucia: Venaria è dei venariesi o soltanto della Reggia?

Perché, una volta che la carovana della Vuelta si è allontanata, la città cosa raccoglie? Poco o nulla. Nessun evento collaterale, nessun piano di accoglienza turistica, nessun progetto per far sì che i visitatori restino oltre il tempo di un selfie e una pedalata. «La Reggia è splendida, ma abbiamo dormito a Torino» confessa con semplicità una famiglia olandese. È il riassunto perfetto: un turismo mordi e fuggi, che non lascia ricchezza ma solo rifiuti e strade consumate.

Eppure, Venaria si fregia del titolo di “Città Europea dello Sport 2025”. Titolo altisonante, certo. Ma ai bar e ristoranti del centro storico non è stato nemmeno concesso di allestire i dehor per motivi di sicurezza. Zero indicazioni, nessuna mappa, nessun invito a scoprire il cuore commerciale della città. Una regia inesistente, lasciata all’iniziativa privata dei commercianti. «Palloncini e bandierine li ho messi io - sbotta la titolare del Bar De Florio. -La comunicazione è stata nulla, persino le chiusure stradali le abbiamo sapute 24 ore prima. E alla fine, chi ci rimette siamo sempre noi».

Intanto, i costi per i cittadini corrono veloci quanto i ciclisti in gara: 23 mila euro alla Fondazione Via Maestra per transenne e logistica, 4 mila al Cdiu per pulizie straordinarie. Senza contare il verde pubblico: 230 mila euro a EMA Giardini per un “eccezionale” rigoglio stagionale di corso Garibaldi e piazza Vittorio Veneto, altri 26 mila per la ciclopista di corso Machiavelli. Fondi che improvvisamente si trovano per un evento, ma che sembrano sempre scarseggiare quando si tratta di manutenzione ordinaria.

L’opposizione affonda il colpo: «Non è stato fatto nulla per convogliare i turisti nelle vie cittadine. Solo fotografie di rito e istituzionali. La Vuelta è stata un’occasione persa, un altro spot fine a se stesso» denuncia Andrea Accorsi della lista civica Venaria al centro.

Sulla stessa linea Barbara Virga (Noi Moderati): «Quando hai una chance del genere devi lavorare un anno prima, con una strategia seria di marketing internazionale. Non bastano volantini e iniziative sporadiche. La Reggia si pubblicizza da sola, il problema è la città. Senza un piano strutturato i visitatori attraversano Venaria senza fermarsi, generando solo rifiuti. La vera sfida era un’altra: promuovere davvero il territorio. Ma anche stavolta l’occasione è scivolata via, proprio come la Vuelta».

Il bilancio? Bandierine, qualche foto, applausi di circostanza. Poi il silenzio. Venaria resta a guardare la Reggia brillare, mentre le sue strade, i suoi commercianti e i suoi cittadini restano nell’ombra. Ancora una volta, la pedalata più dura non è quella dei ciclisti, ma quella di una città che non riesce a investire su se stessa.

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