Dopo il “disperato grido di aiuto” lanciato in Consiglio comunale da Enzo Meola del Comitato Inquilini del comprensorio CIT di piazza Borsellino, via Grassi e via Madre Teresa di Calcutta, il capogruppo di Progetto Caselle 2027,Endrio Milano, ha deciso di prendere carta e penna e scrivere direttamente al CIT, indirizzando la sua lettera a Paolo Toscano, direttore del consorzio, e per conoscenza allo stesso Meola.
Nella sua lettera Milano spiega di essersi mosso dopo aver constatato la mancanza di risposte concrete da parte dell’Amministrazione comunale: «Avendo già esperito e senza successo il tentativo di ottenere risposte esaustive dal Sindaco e dall’Amministrazione Comunale di Caselle – scrive – mi rivolgo a Lei, facendo riferimento all’articolo 43 del Testo Unico degli Enti Locali».
Il consigliere non usa mezzi termini nel denunciare una situazione che, a suo giudizio, si trascina da decenni senza soluzioni: «Non è più solo il caso di una politica (con la p minuscolissima) che in decenni non ha saputo o voluto risolvere i problemi. È diventata una questione democratica. La mancata risoluzione dei problemi delle case CIT rischia di far crescere un sentimento di scarsa efficacia della democrazia e da lì a ritenerla inutile».
Milano ricorda anche di aver chiesto al sindaco di far redigere un rapporto tecnico sugli edifici – richiesta che sarebbe stata respinta – e di aver invitato i colleghi consiglieri a effettuare un sopralluogo nel quartiere, senza però ottenere alcuna partecipazione: «Non è venuto nessuno» sottolinea con amarezza.
Nella lettera, Milano elenca una serie di questioni tecniche che, secondo lui, meritano un approfondimento urgente da parte del CIT e delle autorità competenti:
Gestione delle acque e rischio allagamenti. L’area in cui sorge il complesso, un tempo conosciuta come “alle fontane” per la presenza di abbondanti falde, non sarebbe mai stata collegata al grande collettore realizzato sotto via Vernone oltre trent’anni fa. Milano chiede di sapere perché e se un eventuale collegamento possa finalmente risolvere il problema degli allagamenti, con quali opere accessorie e in quali tempi.
Facciate e sicurezza dei balconi. Il consigliere si domanda come mai, durante i lavori di rifacimento delle facciate, non siano stati inclusi anche i frontalini dei balconi, dai quali «cadono pezzi di cemento». Chiede se vi sia un piano per sistemarli a breve e se sarà necessario reinstallare i ponteggi con nuovi costi e disagi per gli inquilini.
Manutenzione interna. Milano segnala inoltre che in alcuni interventi di ripristino interni «forse non si è seguito il criterio del buon padre di famiglia», lasciando intendere che la qualità o la completezza dei lavori potrebbe non essere stata adeguata.
Milano conclude poi annunciando che la sua comunicazione sarà resa pubblica: «Darò questa comunicazione agli organi di informazione perché, se vogliamo almeno provare a tornare alla politica con la P maiuscola, dobbiamo iperdosare la trasparenza».
Con questa presa di posizione, Milano riaccende i riflettori su una vicenda che da anni preoccupa gli abitanti del complesso CIT e che, a suo dire, rappresenta ormai non solo un problema edilizio, ma una sfida di credibilità per le istituzioni locali.