Il gioco d’azzardo patologico in Piemonte è in crescita costante, e i numeri pubblicati nel nuovo report di Libera lo confermano: nel 2024 sono stati giocati oltre 9,5 miliardi di euro, di cui 5,2 miliardi online e 4,2 miliardi nei locali fisici. In media, ogni piemontese – bambini compresi – spende 2.232 euro all’anno in scommesse e slot.
Dati che, secondo Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro di AVS, rappresentano “un vero fallimento politico e sociale” da attribuire alle scelte della Giunta Cirio.
«Questi numeri dovrebbero far impallidire la maggioranza piemontese. La Giunta Cirio ha cancellato una legge che funzionava, favorendo di fatto le lobby del gioco d’azzardo» attacca il gruppo AVS in Consiglio regionale.
Cancellata la legge 9/2016: “Da modello nazionale a liberalizzazione”
Nel mirino di AVS c’è la cancellazione della legge regionale n. 9 del 2016, considerata una delle più efficaci d’Italia nel contrasto alla ludopatia.
La norma prevedeva distanze minime tra sale gioco e luoghi sensibili come scuole, oratori e ospedali, contribuendo – secondo i dati della stessa Regione – a ridurre le giocate di centinaia di milioni di euro e a tutelare migliaia di famiglie.
Con la nuova legge del 2021, la maggioranza guidata dal presidente Alberto Cirio ha di fatto liberalizzato il settore. «Un regalo alle lobby del gioco» denuncia AVS, ricordando che la vecchia normativa aveva permesso di risparmiare oltre 200 milioni di euro ai cittadini piemontesi.
Ludopatia in aumento: “Colpisce giovani e fragili, serve un cambio di rotta”
Il Piemonte oggi è penultima regione in Italia per efficacia delle misure di prevenzione contro il gioco d’azzardo patologico. La ludopatia, secondo i dati del sistema sanitario, colpisce in misura crescente giovani adulti, disoccupati e persone economicamente fragili.
«La ludopatia porta a indebitamento, favorisce mafie e usura. È un dramma sociale che la politica non può ignorare» avverte AVS.
Il gruppo chiede alla Giunta di rivedere la legge regionale e di ascoltare la richiesta proveniente da oltre 12.000 cittadini che avevano firmato una proposta di legge di iniziativa popolare per ripristinare i parametri del 2016, «archiviata in soli dieci minuti» nella scorsa legislatura.
L’appello delle associazioni e la richiesta di una nuova legge
Lo scorso giugno, Libera, Arci, Acli e numerose altre realtà del terzo settore hanno lanciato un appello pubblico per riaprire la discussione sulla norma piemontese sul gioco d’azzardo.
L’obiettivo è rafforzare la prevenzione della ludopatia, tutelare la salute pubblica e ridurre l’impatto economico e sociale del fenomeno.
«Ci aspettiamo che la maggioranza non resti sorda – conclude AVS – e metta la salute dei piemontesi davanti agli interessi delle lobby del gioco d’azzardo»

